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Erano Francesco Valori, Piero Capponi, Braccio Martelli e parecchi altri cittadini deputati a praticare col re, e sendo in sul formare le composizioni, portorono al re una bozza de’ capitoli, ne’ quali la cittá sarebbe convenuta; e non gli piacendo, lui dette loro un’altra bozza, secondo la quale voleva farsi lo accordo; dove sendo cose molto disoneste, Piero Capponi presala, animosissimamente la stracciò in presenzia del re. soggiugncndo che poi che e’ non voleva accordarsi, le cose si terminerebbono altrimenti, e che lui sonerebbe le trombe, e noi ie campane; parole certo d’uomo grande ed animoso, sendo in casa d’un re di Francia barbaro ed altiero, e dove era pericolo che e’ fatti bestiali non seguitassino le parole stizzose. Di che el re e gli uomini sua impauriti, vedendo tanto animo e dubitando giá innanzi del numero del popolo e della campana grossa, al suono della quale avevono inteso fra la cittá ed e’ luoghi vicini armarsi piú che trentamila uomini, si commossone forte, in modo che è opinione, per quelle minaccie lasciate le dimande disoneste, venissi alle condizioni dell’accordo piú ragionevoli. Finalmente doppo molti dibattiti, si fece conclusione con lui a di... di dicembre 1494; la quale si stipulò in Santa Liperata, presente el re e la signoria e tutto el popolo, giurando lui personalmente in sulla pietra sacrata dello altare maggiore la osservanzia di detti capitoli. Contrassesi amicizia, pace, confederazione e lega fra ’l re di Francia e noi, secondo la forma generale delle altre leghe, amici per amici ed inimici per inimici; con condizione che la cittá pagassi per e’ danni ed interessi al re Carlo ducati centoventimila d’oro, de’ quali avessi a avere di presente cinquantamila innanzi partissi della cittá, gli altri settantamila in due paghe, in termini diversi benché corti; el re avessi a tenere per sua sicurtá, durante la guerra e la impresa del reame di Napoli, le fortezze di Pisa, di Livorno, di Pietrasanta e di Serezzana, lasciando nondimeno el dominio ed el governo de’ corpi delle terre, come era innanzi alla passata sua, a’ fiorentini; finita la impresa di Napoli, fussi obligato restituirle liberamente e sanza eccezione alcuna.