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libro decimosettimo - cap. i 3

libera custodia in tutto il tempo che stette prigione nella isola, aveva sempre familiarmente, conversato seco, ammessolo alle sue caccie e a suoi conviti; né però per questo avere perduto il prigione, o conseguito accordo manco favorevole per lui: da che essere nato tra loro tanta dimestichezza e confidenza che Giovanni, eziandio poi che, liberato, era stato piú anni in Francia, ritornasse volontariamente in Inghilterra per desiderio di rivedere l’ospite suo. Aversi memoria solo di due re di Francia che fussino stati fatti prigioni in battaglia, Giovanni e lui; ma essere non manco notabile la diversitá degli esempli, poiché l’uno poteva essere allegato per esempio della benignitá, l’altro per esempio della acerbitá del vincitore. Ma non avere trovato animo piú placato o mansueto verso gli altri; anzi essersi, per i parlamenti avuti seco a Madril, certificato che egli, occupato da somma ambizione, non pensava ad altro che a mettere in servitú la Chiesa, Italia tutta e gli altri príncipi. Desiderare che il papa e i viniziani avessino animo di pensare alla salute propria, perché dimostrerebbe loro quanto fusse desideroso di concorrere alla salute comune, e di restrignersi con loro a pigliare l’armi contro a Cesare; non per ricuperare per sé lo stato di Milano o accrescere altrimenti la sua potenza, ma solo perché, col mezzo della guerra, potesse conseguire i figliuoli e Italia la libertá: poi che la troppa cupiditá non aveva lasciato lume a Cesare di obligarlo in modo che e’ fusse tenuto a stare nella capitolazione. Conciossiaché, e prima quando era nella rocca di Pizzichitone e poi in Spagna nella fortezza di Madril, avesse molte volte protestato a Cesare, poiché vedeva la iniquitá delle dimande sue, che, se stretto dalla necessitá cedesse a inique condizioni o quali non fusse in potestá sua di osservare, che non solo non le osserverebbe, anzi, reputandosi ingiuriato da lui per averlo astretto a promesse inoneste e impossibili, se ne vendicherebbe se mai ne avesse l’occasione. Né avere mancato di dire molte volte quello che per loro stessi potevano sapere, e che credeva anche essere comune a gli altri regni: che in potestá del re di Francia non era obligarsi, senza consentimento degli