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La quale impresa (come era gagliarda la virtú de’ difensori, e come le opere grandi che si fanno co’ guastatori ricercano molto tempo) procedeva ogni dí con maggiore lunghezza che non era stato creduto. Perché il duca, avendo voluto avere in campo dumila guastatori, molte artiglierie e munizioni e grandissima copia di instrumenti atti a lavorare, di ogni sorte, faceva assiduamente lavorare nelle trincee del castello e al bastione di verso il Po, per guadagnarlo e servirsene per cavaliere; ancora che gli inimici, avendone dubitato piú dí, si erano tirati addietro con uno riparo gagliardo. E si lavorava ancora alle due teste della trincea che attraversava la piazza del castello, per rovinare i cavalieri che vi avevano; e tra le due trincee del campo si lavorava un’altra trincea larga sei braccia, coprendosi col terreno, innanzi e dal lato, per fare uno cavaliere, come si arrivasse alla fossa della trincea degli inimici. Lavoravasi ancora uno fosso fuora del castello verso il muro della terra, per andare a trovare il bastione di verso la muraglia rovinata; e dalla porta di Santo Luca insino alla muraglia medesima si lavorava un altra trincea, né si cessava di battere con l’artiglierie piantate nel castello i ripari degli inimici; i quali per la malignitá del terreno, che era terra molto trita, erano passati facilmente da quelle: non stando anco oziosi quegli di dentro, perché, per diffidenza di potere tenere lungamente le loro trincee e cavalieri, lavoravano uno fosso verso le case della cittá; e nondimeno uscivano spesso fuora con molto vigore, assaltando i lavori. E la notte venendo i sette, assaltorno le trincee che si lavoravano dalla banda del castello, da tre parti: dove trovato i fanti che le guardavano quasi tutti a dormire ne ammazzorono piú di cento e parecchi capitani, e si condussero insino al rivellino del castello. E nondimeno le cose loro continuamente si strignevano. Perché fattosi il duca d’Urbino la via con le trincee insino a’ ripari loro, che separavano il castello dalla cittá, assaltandogli dipoi con qualche scoppiettiere e con qualche buono soldato coperto con gli scudi, faceva loro grande danno; e l’artiglieria anche, dalle torri del castello, faceva il medesimo.