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libro decimosettimo - cap. xi 65


E nondimeno la tarditá e i successi poco prosperi de’ confederati facevano che si potesse aspettare ogni dilazione. Perché Malatesta, condotto a Cremona, piantò, la notte de’ sette di agosto, l’artiglierie alla porta della Mussa, giudicando quel luogo essere debole perché era male fiancheggiato e senza terrapieno; e volendo nel tempo medesimo dare lo assalto dalla banda del castello, giudicava a proposito battere in luogo lontano, perché fussino necessitati quegli di dentro a dividere tanto piú le genti loro. Nondimeno, battuto che ebbe, parendogli che quel luogo fusse forte e bene riparato, e (credo) la batteria fatta tanto alto che restava troppo eminente da terra l’altezza del muro, si risolvé di non gli dare lo assalto ma cominciare, con consiglio diverso, una batteria nuova vicina al castello, in luogo detto Santa Monica, dove giá aveva battuto Federigo da Bozzole: e nel tempo medesimo faceva due trincee in su la piazza del castello, una che tirava a mano destra verso il Po, dove quegli di dentro avevano fatto due trincee; e sperava, con la sua, tôrre loro uno bastione al quale giá si era avvicinato a sei braccia, il quale bastione quale giá si era avvicinato a sei braccia, il quale bastione era nella prima trincea loro appresso alla muraglia della terra; e pigliandolo, disegnava servirsene per cavaliere a battere a lungo della muraglia dove batterono i franzesi. Però gli imperiali facevano un altro bastione dietro all’ultima trincea loro. L’altra trincea di Malatesta era da mano sinistra verso la muraglia, e giá tanto vicina alla loro che si aggiugnevano co’ sassi. E condotto le trincee al disegno suo, determinava fare la batteria. Né lo impedivano a fare lavorare l’artiglierie degli inimici, perché in Cremona non erano piú che quattro falconetti, poca munizione, e traevano molto poco. Nondimeno i fanti di dentro non restavano, uscendo fuora, di travagliare quegli che lavoravano alle trincee, mettendogli spesso, non ostante avessino grossa guardia, in molte difficoltá: donde Malatesta, quasi incerto di quello che avesse da fare, confondeva, con non molta sua laude, con vari giudíci scritti nelle sue lettere, i capitani dello esercito. I quali, vedendo la oppugnazione riuscire continuamente piú difficile, feciono andare