Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. V, 1929 – BEIC 1848561.djvu/33


libro decimosettimo - cap. v 27

tima necessitá, arrivò Malatesta con le genti; le quali salite in sul bastione medesimo con le scale entrorono nella terra: donde Fabrizio Maramaus, il quale, sentito lo strepito, veniva verso le mura con una parte de’ suoi fanti, fu costretto a ritirarsi nella rocca. La terra fu vinta; e la piú parte de’ suoi fanti, che erano alloggiati separatamente per la cittá, svaligiati e fatti prigioni. Nella quale arrivò non molto poi, con una parte delle genti, il duca di Urbino; il quale essendo, per approssimarsi piú, il dí precedente andato ad alloggiare a Orago in sul fiume dell’Oglio, e passatolo per ponte fatto a tempo la notte medesima, come intese l’entrata di Malatesta passò per ponte simile il fiume dell’Adda, e posto in Lodi maggiore presidio perché si difendesse se per la rocca entrava soccorso, ritornò subito all’esercito: ma non perciò vi andò, secondo riferiva Pietro da Pesero, senza qualche titubazione e perplessitá. Ma venuto l’avviso a Milano, il marchese del Guasto con alcuni cavalli leggieri e con tremila fanti spagnuoli, co’ quali era Giovanni d’Urbina, si spinse a Lodi senza tardare; e messa la fanteria senza ostacolo per la porta del soccorso nella rocca, situata in modo che si poteva entrarvi per una via coperta naturale, senza pericolo di essere battuto o offeso, da i fianchi della cittá (essendo giá, come io credo, statovi e partito il duca di Urbino), dalla rocca entrò subito nella cittá, e si condusse insino in sulla piazza; in sulla quale la gente menata da Malatesta e il rinfrescamento che era venuto poi aveva fatto la sua testa, poste in guardia molte case e la strada che andava alla porta donde erano entrati, per potersene uscire salvi se gli imperiali gli soprafacessino. Combattessi al principio gagliardamente, e fu opinione di molti che se gli spagnuoli avessino perseverato nel combattere arebbeno ricuperato Lodi; perché i soldati viniziani, ne’ quali per l’ordinario non era molta virtú, si trovavano assai stracchi. Ma


    particolare dell’assalto alla cittá si deve a due diverse fonti a cui attinse l’A. come vien dimostrato dalla lezione primitiva del cod. III, 896 riportata dal Gherardi in nota (IV, 24, 25); da essa risulta appunto come l’una delle due fonti fosse il Capella, e l’altra è indicata con le parole: “A noi venne l’aviso che ecc.]