Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
libro vigesimo - cap. vii | 313 |
VII
Partí adunque Cesare da Bologna, il dí da poi che fu stipulata la confederazione, giá assai certo in se medesimo che andrebbe innanzi il parentado e lo abboccamento col re di Francia, e dubbio ancora di maggiore congiunzione; e imbarcatosi a Genova passò in Spagna, con intenzione assai ferma (secondo si disse) che se si contraeva il parentado col re, che quello della figliuola con Alessandro de’ Medici non avesse luogo.
Partí pochi dí poi il papa per Roma, accompagnato da’ due cardinali franzesi, non turbati niente della nuova confederazione; perché il pontefice, come era eccellente nelle simulazioni e nelle pratiche nelle quali non fusse soprafatto dal timore, aveva dimostrato loro che il conchiudere la lega partoriva la dissoluzione dello esercito spagnuolo, il che faceva maggiore benefizio al re di Francia che non faceva nocumento il contrarsi la confederazione, massime che tra le obligazioni e la osservanza ed esecuzioni di esse potevano nascere molte difficoltá e diversi impedimenti. Continuoronsi adunque tra loro le pratiche cominciate; e desiderando il re, per onorarsene e per ambizione piú che per altro, l’andata sua a Nizza, prometteva, per tirarvelo, non lo ricercare di confederazione, non di tirarlo alla guerra, non di deviare da’ termini della giustizia nella causa del re di Inghilterra, non di ricercarlo di nuova creazione di cardinali. E lo spigneva anche a questo assai il re di Inghilterra. Il quale, avendo