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libro decimonono - cap. vi 237

cento italiani, si risolvé di ritirarsi in Pavia e che San Polo si ritirasse in Alessandria, che gli fu conceduta dal duca di Milano; ragionando di soldare tutti nuovi fanti, e poi, se i tempi servissino, fare la impresa di Biagrassa, di Mortara e del castello di Novara. Succedé che, a’ ventuno di ottobre, [Savona], veduto che Montigian non vi era potuto entrare, s’arrendé in caso che fra certi dí non fusse soccorsa. Però San Polo, desideroso di soccorrerla ma avendo da sé in tutto mille fanti, dimandò tremila fanti al duca d’Urbino e al duca di Milano; i quali gliene mandorono milledugento, in modo la lasciò perdere. E il Castelletto di Genova si arrendé per la fame: il quale acquistato fu spianato da’ genovesi, e pieno di sassi il porto di Savona, per renderlo inutile.

I quali, con la autoritá di Andrea Doria, stabilirono in quella cittá uno governo nuovo, trattato prima, sotto nome di libertá; la somma del quale fu che da uno consiglio di quattrocento cittadini si creassino tutti i magistrati e degnitá della loro cittá, e il doge principalmente e il supremo magistrato, per tempo di due anni; levata la proibizione a’ gentiluomini, che prima per legge ne erano esclusi. Ed essendo il fondamento piú importante a conservare la libertá che si provedesse alle divisioni de’ cittadini, le quali vi erano state lungamente maggiori e piú perniciose che in altra cittá di Italia (con ciò sia che non vi fusse una divisione sola, ma la parte de’ guelfi e l’opposita de’ ghibellini, quella tra i gentiluomini e i popolari, né anche i popolari tra loro di una medesima volontá, e la fazione molto potente tra gli Adorni e i Fregosi; per le quali divisioni si poteva credere che quella cittá, opportunissima per il sito e per la perizia delle cose navali allo imperio marittimo, fusse stata depressa e molto tempo in quasi continua soggezione), però per medicare dalle radici questo male, spenti tutti i nomi delle famiglie e de’ casati della cittá, ne conservorono solamente il nome di ventotto delle piú illustri e piú chiare, eccettuate l’Adorna e la Fregosa, che del tutto furono spente. A’ nomi e al numero delle quali famiglie aggregorono tutti quegli gentiluomini e popolari che restavano senza nome