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libro decimonono - cap. v 233

fu la galea di Barbigios: benché alcuni dichino che Andrea Doria l’assaltò e prese sei galee, l’altre fuggirono. Donde essendo nella cittá pochi soldati, se bene Teodoro fusse tornato ad abitare nel palazzo, e il popolo, per la ingiuria della libertá data a Savona, inimico al nome di Francia, il Doria, avuta poca resistenza, vi entrò dentro. Fu cagione di tanta perdita la negligenza e il troppo promettersi del re, perché non pensando che le cose sue nel regno di Napoli cadessino sí presto, e persuadendosi che, in ogni caso, la ritirata dell’armata a Genova e la vicinitá di San Polo bastassino a salvarla, pretermesse di farvi le provisioni necessarie. E Teodoro, ritirato nel castello, dimandava soccorso a San Polo, dando speranza di ricuperare la terra se gli fussino mandati subito tremila fanti. Sopra che consultandosi tra i capitani de’ collegati, i franzesi erano disposti a andarvi subito con tutto il campo; e il duca d’Urbino mostrava che il provedere le barche per fare uno ponte in su Po, e il provedere le vettovaglie, era cosa piú lunga che non ricercava il bisogno presente: però, secondo il suo consiglio, si risolvé che Montigian voltasse, da Alessandria dove erano arrivati, a Genova tremila fanti tedeschi e svizzeri, i quali venivano all’esercito di San Polo; e quando pure non volessino andare gli conducesse in campo, e in cambio loro vi si mandassino tremila altri fanti; che intratanto si attendesse a strignere Pavia. E i viniziani davano intenzione, eziandio in caso non si pigliasse, soccorrere Genova con tutte le genti, purché restassino assicurati delle cose da quella banda.

Continuossi adunque la oppugnazione di Pavia: per la quale, a’ quattordici, erano stati piantati in su il Tesino, di qua, al piano della banda di sotto, nove cannoni a uno bastione appiccato con l’arzaná, che in poche ore lo rovinorono quasi mezzo; e di lá dal Tesino tre cannoni, per battere, quando si desse lo assalto, uno fianco che risponde all’arzaná; e in su uno colle di qua dal Tesino cinque cannoni che battevano due altri bastioni, e al finire del colle tre altri che tiravano alla muraglia: tutta artiglieria de’ viniziani. Poi l’artiglieria di San Polo che levava le difese. E il dí seguente, Annibale