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libro decimonono - cap. i 205

riori, messe in fondo due galee, due altre con alcune fuste furono prese, e morta o ferita la piú parte delle ciurme e de’ soldati; e che in una non ne restorono non feriti piú che tre; l’altre due, dove era Curradino co’ tedeschi, molto danneggiate fuggirono a Napoli. Don Ugo fu morto da due archibusate e gittato in mare, e cosí il Fieramosca. Restorono prigioni il marchese del Guasto, Ascanio Colonna, il principe di Salerno, Santa Croce, Cammillo Colonna, il Gobbo, Serone e molti altri capitani e gentiluomini. Morirono piú di mille fanti, e de’ franzesi pochi che non restassino o morti o feriti.

Dette questa vittoria speranza grande a’ franzesi del successo di tutta la impresa, e forse maggiore che non sarebbe stato di bisogno, perché fece in qualche parte Lautrech piú lento alle provisioni; ma empié gli imperiali di molto terrore, dubitando del mancamento delle vettovaglie, poi che restavano al tutto spogliati dello imperio del mare, e per terra stretti da molte parti, massime dopo la perdita di Pozzuolo, perché per quella strada si conduceva a Napoli copia grande di vettovaglie: e giá in Napoli era carestia grande di farina e di carne e piccola quantitá di vino: però, il dí seguente alla rotta, cacciorono di Napoli numero grande di bocche inutili; e posto ordine alla distribuzione delle vettovaglie, si sforzavano che i fanti tedeschi patissino manco che gli altri soldati. Dalle quali cose nutrendosi la speranza di Lautrech, si accrebbe molto piú per uno brigantino intercetto, il settimo dí di maggio, con lettere de’ capitani a Cesare: per le quali significavano d’avere perduto il fiore dell’esercito; non essere in Napoli grano per uno mese e mezzo, ma fare le farine a forza di braccia; cominciare a fare qualche tumulto i tedeschi, né vi essere danari da pagargli; né avere piú le cose rimedio alcuno se non veniva presta provisione di vettovaglie, di danari e di soccorso per mare e per terra: aggiugnevasi l’essere cominciata in Napoli la peste, contagiosa molto dove sono soldati tedeschi, perché non si astengono da conversare con gli infetti né da maneggiare le cose loro. Pativa, da altra parte, l’esercito di acque perché da Poggioreale alla fronte