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libro decimottavo- cap. xvi 185

susurrando giá, massime alcuni per la corte, che, per essere il matrimonio illecito e non dispensabile in primo grado, erano miracolosamente privati di figliuoli maschi. Da che, e dal desiderio che sapeva avere il re di figliuoli, presa occasione il cardinale eboracense, cominciò a persuadere al re che, ripudiata la prima moglie che giustamente non era moglie, contraesse un altro matrimonio: movendolo a questo non la coscienza, né la cupiditá per se stessa che il re avesse successori maschi, ma il persuadersi di potere indurre il re a pigliare Renea figliuola del re Luigi; il che desiderava estremamente, perché, conoscendo essere esoso a tutto il regno, desiderava di prepararsi a tutto quello che potesse succedere e in vita e dopo la morte del re; e inducendolo anche l’odio grande che aveva conceputo contro a Cesare, perché né con dimostrazioni né con fatti sodisfaceva alla maravigliosa sua superbia: né dubitava, per l’autoritá grande che avevano il re ed egli nel pontefice, di non ottenere da lui la facoltá di fare giuridicamente il divorzio. Prestò gli orecchi il re a questo consiglio, non indotto a quel fine che disegnava Eboracense ma mosso, come molti dissono, non tanto dal desiderio di avere figliuoli quanto perché era innamorato di una donzella della regina, nata di basso luogo, la quale inchinò l’animo a pigliare per moglie; non essendo né a Eboracense né ad altri noto questo suo disegno, il quale quando cominciò o a scoprirsi o a congetturarsi non ebbe facoltá Eboracense di dissuadergli il fare divorzio, perché non arebbe avuto autoritá a consigliargli il contrario di quello che prima gli aveva persuaso: e giá il re, avendo dimandato parere da teologi da giureconsulti e da religiosi, aveva avuto risposta da molti che il matrimonio non era valido, o perché cosí credessino o per gratificare, come è costume degli uomini, al principe. Però, come il pontefice fu liberato di prigione, gli destinò imbasciadori per confortarlo a entrare nella lega, per operarsi, secondo che da lui fusse ordinato loro, per la restituzione di Ravenna, ma principalmente per ottenere la facoltá di fare il divorzio: che non si cercava per via di dispensa, ma per via