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libro decimottavo- cap. iii 111

di numerargli fra quindici dí quindicimila ducati, quindicimila altri fra altri quindici dí, ottenuto da lui il giubileo per il loro dominio. Ma l’armata marittima del papa e de’ viniziani, la quale, soprastata con grave danno per aspettare l’armata franzese, si era il vigesimo terzo di febbraio ritirata, per i venti, all’isola di Ponzo, fattasi poi innanzi saccheggiò Mola di Gaeta; dipoi, a’ quattro dí di marzo, messi fanti in terra a Pozzuolo e trovatolo bene provisto, si rimesse in mare. Dipoi, spintasi innanzi e posto in terra presso a Napoli, per la riviera di Castello a mare di Stabbia, dove era Diomede Caraffa con cinquecento fanti, combattutolo il terzo dí di marzo per via del monte, lo sforzò e saccheggiò, e il dí seguente la fortezza si arrendé. Sforzò, il decimo dí, la Torre del Greco e Surrente; e molte altre terre di quella costa si detteno poi a patti. E aveva prima prese alcune navi di grani, di che Napoli, dove si faceva debole provisione, pativa assai, non avendo in mare ostacolo alcuno; e il secondo dí della quadragesima si appressò tanto al molo che il castello e le galee gli tiravano; e prima i fanti andorono, per terra, tanto innanzi che fu forza che quegli di Napoli si ritirassino per la porta del mercato e la serrassino. Prese dipoi l’armata Salerno; ed essendo andato Valdemonte coll’armata dietro a certe navi, lasciate a Salerno dove era Orazio quattro galee, il principe di Salerno, entrato per via della rocca con gente assai nella terra, fu rotto da Orazio, morti più di dugento fanti e presi prigioni assai. E nello Abruzzi il viceré, liberato di prigione il conte vecchio di Montorio perché ricuperasse l’Aquila, fu fatto prigione da’ figliuoli; e Renzo, a’ sei di marzo, preso Siciliano e Tagliacozzo, andava verso Sora. E nondimeno, in tanta occasione, l’esercito terrestre, ridotto o per la negligenza de’ ministri o per le male provisioni del pontefice in carestia grande di vettovaglie, aveva il quinto dí di marzo cominciato a sfilarsi.

Ma continuandosi tuttavia le pratiche della pace, venneno a Roma, il decimo di marzo, Fieramosca e Serone segretario del viceré: dove, il dí dinanzi, era arrivato Langes, con