Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. V, 1929 – BEIC 1848561.djvu/101


libro decimosettimo - cap. xvi 95

Vauri, i viniziani, che prima avevano consentito che ’l marchese passasse Po in soccorso del pontefice con diecimila fanti tra svizzeri e i suoi, pagati da loro de’ quarantamila ducati del re di Francia (de’ quali ricevere e spendere restata la cura a loro, quando il pontefice fece la tregua, era sospizioni, e fu poi molto maggiore, che ne convertissino nel pagamento delle genti loro qualche parte), lo pregavano, per consiglio del duca di Urbino, che non passasse; e perciò il duca, chiamatolo a parlamento a Sonzino, soprastette tanto a venirvi che il marchese si partí; nondimeno, non solo fece ogni opera di farlo soprastare, per vedere meglio che facessino i tedeschi, ma eziandio lo confortò apertamente a non passare. A che lo ritardava anche che i pagamenti de’ svizzeri, che in condotta erano seimila ma in fatto poco piú di quattromila, non erano in ordine: i quali pagare, insieme co’ quattromila fanti del marchese, apparteneva a’ viniziani. Per la quale cagione se bene si differisse insino al vigesimo settimo di dicembre il passare suo, mandò nondimeno parte della cavalleria franzese con qualche fante ad alloggiare in diversi luoghi del paese, per disturbare le vettovaglie a’ fanti tedeschi, stati giá molti dí a Firenzuola. Per quella cagione medesima fu mandato Guido Vaina con cento cavalli leggieri al Borgo a San Donnino, e Paolo Luzasco uscito di Piacenza si accostò a Firenzuola; donde una parte de’ tedeschi, per piú comoditá del vivere, andò ad alloggiare a Castello Arquá. Per sospetto de’ quali si era prima proveduta Piacenza, ma non con quelle forze le quali parevano convenienti; perché il luogotenente, avendo sempre, dopo la venuta de’ tedeschi, temuto che la difficoltá del fare progresso in Lombardia non sforzasse gli imperiali al passare in Toscana, desiderava pigliassino animo di andare a campo a Piacenza. Per la quale cagione, incognita a qualunque altro, eziandio al pontefice, differiva il provedere Piacenza talmente che si disperassino di espugnarla, provedendola perciò in modo non potessino occuparla con facilitá, e sperando che quando v’andassino non avesse a mancare modo di mettervi soccorso. Ma la lunga dimora de’