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libro quartodecimo - cap. ii 85

incontinente al signore soprano, e perché Massimiliano, benché ammesso di consentimento di Cesare, morto in quello stato non n’avendo mai ricevuta la investitura, non poteva trasferire in altri quelle ragioni che a sé non appartenevano.


II

Progetti e tentativi contro Genova e contro il ducato di Milano da parte degli spagnuoli, del pontefice, dello Sforza e dei fuorusciti. Le milizie francesi sotto Reggio; incidenti coi fuorusciti raccolti a Reggio: abboccamento dello Scudo col Guicciardini. Scoppio di polvere e rovina di mura del castello di Milano.

Fatta adunque, ma occultissimamente, la confederazione tra il pontefice e Cesare contro al re di Francia, fu consiglio comune procedere, innanzi che manifestamente si movessino l’armi, o con insidie o con assalto improviso, in un tempo medesimo, per mezzo de’ fuorusciti, contro al ducato di Milano e contro a Genova. Deliberossi adunque che le galee di Cesare, che erano a Napoli, e quelle del pontefice si presentassino all’improviso nel porto di Genova, armate di duemila fanti spagnuoli, e conducendo seco Ieronimo Adorno; per l’autoritá e séguito del quale, movendosi similmente nel tempo medesimo, per opera sua, gli uomini delle riviere partigiani degli Adorni, speravano che quella cittá tumultuasse. Da altra parte era stato trattato, per Francesco Sforza e per Ieronimo Morone che era a Trento appresso a lui, con molti de’ principali de’ fuorusciti, che in Parma in Piacenza e in Cremona fussino assaltate allo improviso le genti franzesi che vi erano alloggiate, e il medesimo si facesse in Milano; e che Manfredi Palavicino e il Matto di Brinzi, capo di parte in quelle montagne, conducendo fanti tedeschi per il lago di Como, assaltassino quella cittá, dove affermavano avere secreta intelligenza; e che succedendo queste cose o alcuna delle piú importanti, i fuorusciti di Milano, che erano molti gentiluomini (i quali si avevano occultamente a trasferire a Reggio, dove il dí destinato doveva essere Ieronimo Morone), si movessino per