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avere altro pensiero che della salute universale, non resteranno eglino senza sospetto? e non avendo piú né da temere né da contendere con lui, non solo ameranno ma adoreranno tanta bontá. Cosí con volontá di tutti dará le leggi a tutti, e senza comparazione disporrá piú de’ cristiani con la benivolenza e con l’autoritá che non farebbe con le forze e con l’imperio. Ará facoltá, aiutato e seguitato da tutti, voltare le armi contro a luterani e contro agl’infedeli, con piú gloria e con piú occasione di maggiori acquisti; i quali non so perché non si debbino anche desiderare nella Affrica o nella Grecia o nel levante, quando bene lo ampliare il dominio fra i cristiani avesse quella facilitá che molti, a giudizio mio, vanamente si immaginano. Perché la potenza della Maestá vostra è augumentata tanto che è troppo formidabile a ciascuno; e come si vegga che si disegni maggiore progresso tutti di necessitá si uniranno contro a voi. Ne teme il papa, ne temono i viniziani, ne teme Italia tutta; e, per i segni che spesso si sono veduti, è da credere che abbia a essere molesta al re d’Inghilterra. Potrannosi intrattenere qualche mese, con speranze e pratiche vane, i franzesi, ma bisognerá in ultimo che il re si liberi o che si disperino; disperati, si uniranno con tutti questi altri. Se il re si libera con condizioni per la Maestá vostra di poca utilitá, e che guadagno si sará fatto a perdere l’occasione di usare tanta magnanimitá? la quale se non si mostra in questo principio, ancora che si mostrasse poi, non ará seco piú né laude né gloria né grazia pari; se con condizioni che vi sieno utili, non le osserverá, perché nessuna sicurtá che vi abbia data gli potrá importare tanto che non gli importi molto piú che lo inimico suo non diventi sí grande che poi lo possi opprimere: cosí aremo o una inutile pace o una pericolosa guerra, i fini delle quali sono incerti; ed [è] da temere piú da chi ha avuto sí lunga felicitá la mutazione della fortuna, e da dispiacere piú quando le cose succedono male a chi ha avuto potestá di stabilirle tutte bene. Penso, Cesare, avere sodisfatto al comandamento vostro, se non con la prudenza almanco con l’affezione e con la fede; né mi resta