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libro quintodecimodecimo - cap. ii 179

ducato, noi possedessimo con grandissima pace e sicurtá tutto lo imperio nostro: esempli che ci hanno a muovere molto piú che la memoria antica della lega di Cambrai, perché i re di Francia compresono per esperienza quel che non avevano compreso per le ragioni: quanto detrimento ricevessino dello essersi partiti dalla nostra congiunzione; cosa che senza comparazione conosceranno meglio nel tempo presente, nel quale ha questo re per emulo uno imperadore, principe di tanti regni e di tanta grandezza, la cui potenza lo necessita a desiderare e avere carissima la nostra confederazione. Ma per contrario, chi è quello che non vegga, che non conosca, in quanto pericolo resterebbono le cose nostre escluso che fusse totalmente il re di Francia dalle imprese d’Italia? Perché chi può proibire a Cesare che non appropri a sé o al fratello il ducato di Milano? del quale insino a ora non ha mai conceduta la investitura a Francesco Sforza; e se, come è chiarissimo, ará potestá di farlo, chi è quello che possa assicurare della volontá? chi è quello che possa promettere che, essendo il ducato di Milano una scala di salire allo imperio di tutta Italia, che abbi a potere piú in Cesare il rispetto della giustizia e dell’onestá che l’ambizione e la cupiditá propria e naturale di tutti i príncipi grandi? Assicureracci forse la moderazione e la temperanza de’ ministri che ha in Italia? che sono quasi tutti spagnuoli, gente infedele rapacissima insaziabile sopra tutte l’altre? Se adunque Cesare o Ferdinando suo fratello si attribuiscono Milano, in che grado rimane lo stato nostro, circondato da loro dalla parte d’Italia e di Germania? che rimedio possiamo sperare a’ nostri pericoli essendo in mano sua il reame di Napoli, il pontefice e gli altri stati di Italia dependenti da lui, e ciascuno sí esausto e attrito di forze che da loro non possiamo sperare favore alcuno? Ma se il re di Francia possedesse il ducato di Milano, restando le cose bilanciate tra due tali príncipi, chi avesse da temere della potenza dell’uno sarebbe riguardato e lasciato stare per la potenza dell’altro; anzi, il timore solamente della sua venuta assicura tutti gli altri, perché costrigne gli imperiali a non si