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comandamenti gli effetti furno diversi: perché i corrieri, fatti industriosamente ritenere nel cammino, non pervennero a quegli che erano con Sedunense; ma i svizzeri de’ franzesi partirno quasi tutti improvisamente, mossi (come si credé) non tanto dai comandamenti ricevuti né dalla lunghezza della milizia, della quale sogliono sopra tutti gli altri essere impazienti, quanto perché a Lautrech, non gli essendo mandati danari di Francia né bastando quegli che acerbamente riscoteva del ducato di Milano, era mancata la facoltá di pagargli. Nel qual luogo debbe meritamente considerarsi quanto possa la malignitá e la imprudenza de’ ministri appresso a’ príncipi che o per negligenza non vacano alle faccende o per incapacitá non discernono da se stessi i consigli buoni da’ cattivi: perché essendo stati ordinati trecentomila ducati per mandargli a Lautrech, secondo la promessa che gli era stata fatta, la reggente madre del re, desiderosa tanto che non crescesse la sua grandezza che si dimenticasse dell’utilitá del proprio figliuolo, procurò che i generali, senza saputa del re, convertissino questa somma di danari in altri bisogni. Donde Lautrech, confuso d’animo e pieno di grandissima molestia, poiché per la partita de’ svizzeri il successo delle cose, il quale prima si prometteva felice, era diventato molto dubbio, lasciata guardata Cremona e Pizzichitone, si ridusse col resto dell’esercito a Cassano; sperando di proibire agli inimici il transito dell’Adda, cosí per l’altre difficoltá che hanno gli eserciti a passare i fiumi quando in sulla ripa opposita è chi resista, come perché in quel luogo è tanto piú rilevata la ripa verso Milano che maggiore è l’offesa che con l’artiglierie si fa agli inimici che quella che si riceve. Da altra parte i legati apostolici e i capitani, partiti da Orcivecchi e passato di nuovo il fiume dell’Oglio, erano in tre alloggiamenti venuti a Rivolta; non sentendo piú la incomoditá delle vettovaglie, perché le terre della Ghiaradadda abbandonate da’ franzesi ne somministravano abbondantemente. Quivi intenti gli eserciti l’uno a guadagnare, l’altro a proibire il transito del fiume, Prospero e gli altri capitani preparavano di gittare il ponte tra Rivolta e Cassano;