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nel quale luogo stette sospeso quello avesse a fare, per molte difficoltá le quali in qualunque deliberazione se gli rappresentavano: perché conosceva essere vano l’assaltare Bologna se dentro il popolo non tumultuava, e accostandosi in sulle speranze de’ moti popolari dubitava non essere costretto a ritirarsi presto, come avea fatto Ciamonte, con la reputazione diminuita; piú imprudente e pericoloso andare a combattere cogli inimici, fermatisi in alloggiamento tanto forte; l’accostarsi a Bologna dalla parte di sotto non avere altra speranza se non che gli inimici, per timore che e’ non assaltasse la Romagna, forse si moverebbono, onde potersi dare occasione o a lui di combattere o a’ bolognesi di fare tumulto. Pure alla fine, deliberando di tentare se alcuna cosa partorisse o la disposizione universale della cittá o le intelligenze particolari de’ Bentivogli, condusse l’esercito (l’avanguardia del quale guidava Teodoro da Triulzio, la battaglia egli, e il retroguardo Gastone di Fois) ad alloggiare al ponte a Lavino, luogo in su la strada maestra distante cinque miglia da Bologna, e famoso per la memoria dello abboccamento di Lepido, Marcantonio e Ottaviano, i quali quivi (cosí affermano gli scrittori), sotto nome del triumvirato, stabilirono la tirannide di Roma e quella non mai abbastanza detestata proscrizione.

Non era in questo tempo piú il pontefice in Bologna: il quale, dopo la partita di Gurgense, quando dimostrando superchia audacia quando timore, come intese essersi mosso il Triulzio, con tutto che non vi fussino piú le lancie spagnuole, si partí da Bologna per andare all’esercito, a fine di indurre con la presenza sua i capitani a combattere con gli inimici; alla qual cosa non gli aveva potuti disporre né con lettere né con imbasciate. Partí con intenzione di alloggiare il primo dí a Cento; ma fu necessitato alloggiare nella terra della Pieve, perché mille fanti de’ suoi entrati in Cento non volevano partirsene se prima non ricevevano lo stipendio: dalla qual cosa forse stomacato, o considerando piú da presso il pericolo, mutata sentenza, ritornò il dí seguente in Bologna. Ove crescendogli, per l’approssimarsi del Triulzio, il timore, deliberato di