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libro nono - cap. xi 49

dinale di Cosenza e col cardinale di Santa Croce, cardinale chiaro per nobiltá per lettere e per costumi, e per le legazioni che in nome della sedia apostolica aveva esercitate, gli confortò con uno breve a fare il medesimo. I quali, disposti a non ubbidire, avendo invano tentato che i fiorentini concedessino, non solo a loro ma a tutti i cardinali che vi volessino venire, salvocondotto fermo per lungo tempo, se ne andorono per la via di Lunigiana a Milano.


XI

Gli ecclesiastici perdono Carpi. Confusione e tumulto in Bologna per l’avvicinarsi de’ francesi coi Bentivoglio. Timori de’ cardinali; energia del pontefice, che conforta i bolognesi alla fedeltá alla Chiesa. L’esercito francese trattenuto per le speranze della concordia col pontefice. Vane trattative di concordia. Commenti e critiche all’azione dei comandanti francesi.

Ciamonte infratanto, per recuperare Carpi, che prima era stato occupato dalle genti della Chiesa, vi mandò Alberto Pio e la Palissa con quattrocento lancie e quattromila fanti; innanzi a quali essendosi mosso Alberto con uno trombetto e con pochi cavalli, la terra che molto l’amava, intesa la venuta sua, cominciò a tumultuare: per il quale timore gli ecclesiastici, che in numero di quaranta cavalli leggieri e cinquecento fanti vi erano a guardia, si partirono, dirizzandosi a Modona, ma seguitati dalle genti franzesi che erano sopravenute poco poi, e a furore al prato del Cortile che è quasi in mezzo tra Carpi e Modona, messi in fuga; salvandosi i cavalli ma perdendosi la piú parte de’ fanti. Pareva utile a Ciamonte combattere con gl’inimici innanzi che arrivassino le lancie spagnuole (le quali il papa per sollecitare aveva depositato in mano del cardinale Regino la bolla della investitura), e innanzi che le genti viniziane si unissino con loro; le quali, avendo fatto certi ripari contro alle artiglierie di Alfonso, speravano di avere gittato presto il ponte: perciò si accostò a Modona, dove essendosi scaramucciato assai tra’ cavalli leggieri dell’una