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cavalli leggieri de’ viniziani, e, trovandogli disordinati, facilmente gli ruppono con gravissimo danno, perché era stata impedita la fuga per la rottura fatta dagli inimici di uno ponte: per il quale caso, essendo spogliato quasi Lignago di gente, non è dubbio che se vi si fussino volte subito le genti viniziane l’arebbeno preso; la quale opportunitá passò presto perché Ciamonte, inteso il caso, vi mandò con grandissima celeritá nuova gente. Ma tolsono a lui questi impedimenti l’occasione di recuperare Modena, nella quale in questo spazio di tempo erano entrati molti fanti e fatte sollecitamente molte reparazioni. E nondimeno, per la venuta sua a Rubiera, fu costretto il pontefice mandare a Modena l’esercito destinato contro a Ferrara: dove, essendo unite tutte le forze sue sotto il duca di Urbino capitano generale, e legato il cardinale di Pavia, e condottieri di autoritá Giampaolo Baglione Marcantonio Colonna e Giovanni Vitelli, faceva instanza che si combattesse cogli inimici; cosa molto detestata da’ capitani, perché erano senza dubbio maggiori le forze de’ franzesi e di numero e di virtú, perché la fanteria ecclesiastica era raccolta subitamente e nell’esercito non era né ubbidienza né ordine conveniente, e tra ’l duca di Urbino e il cardinale di Pavia discordia manifesta. La quale procedette tanto oltre che il duca, accusandolo di infedeltá appresso al pontefice, o di propria autoritá o per comandamento avuto da lui, lo condusse come prigione a Bologna; ma purgate con la presenza sola tutte le calunnie, rimase appresso a lui in maggiore grado e autoritá che prima.

Mentre che queste genti stanno a fronte l’una dell’altra, Ciamonte alloggiato con la cavalleria a Rubiera, i fanti a Marzaglia, gli ecclesiastici a Modena nel borgo verso Rubiera, facendosi tra loro spesse correrie e scaramuccie, il duca di Ferrara, il quale aveva prima senza resistenza recuperato il Polesine di Rovigo, con Ciattiglione e con le lancie franzesi, riprese senza ostacolo il Finale; e dipoi entrato nella terra di Cento, occupata prima dal pontefice, per la rocca la quale si teneva per lui, la saccheggiò e abbruciò, e si preparava per