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veneti, governava le genti loro, fusse stato maggiore ardire: perché essendo i viniziani venuti alla villa della Torre, gli inimici lasciate nello alloggiamento molte vettovaglie si indirizzorono verso Verona, seguitandogli tutto l’esercito veneto e infestandogli continuamente i cavalli leggieri; e nondimeno sostenendo i franzesi, massime con l’artiglierie, valorosamente il retroguardo, passato il fiume Arpano si condussono senza danno a Villanuova, alloggiando i viniziani propinqui a mezzo miglio; e il seguente dí non gli seguitando sollecitamente i viniziani, perché allegavano i fanti non potere pareggiare la prestezza de’ cavalli, si ritirorno in Verona.

Da San Martino, poiché vi furono stati alquanti dí, accostatisi a Verona, non senza biasimo che il differire fusse stato inutile, cominciorno a battere con l’artiglierie piantate in sul monte opposito il castello di San Felice e la muraglia vicina: eletto forse quel luogo perché vi si può difficilmente riparare, e perché non vi possono se non molto incomodamente adoperare i cavalli. Erano nell’esercito veneto ottocento uomini d’arme tremila cavalli leggieri, la maggiore parte stradiotti, e diecimila fanti, oltre a quantitá grandissima di villani; e in Verona erano trecento lancie spagnuole, cento tra tedesche e italiane, piú di quattrocento lancie franzesi, millecinquecento fanti pagati dal re, e quattromila tedeschi, non piú sotto il principe di Analt morto non molti giorni avanti; e il popolo veronese di mala disposizione contro a’ tedeschi aveva l’armi in mano, cosa nella quale aveano sperato molto i viniziani: la cavalleria leggiera de’ quali, nel tempo medesimo, passando l’Adice a guazzo sotto Verona, scorreva per tutto il paese. Batteva con grande impeto la muraglia l’artiglieria de’ viniziani, ancora che l’artiglieria piantata dentro da’ franzesi e coperta co’ suoi ripari facesse a quegli di fuora, che non erano riparati, gravissimo danno: da uno colpo della quale essendo state levate le natiche a Lattanzio da Bergamo, uno de’ piú stimati colonnelli de’ fanti viniziani, morí fra pochi giorni. Finalmente, avendo fatto maraviglioso progresso l’artiglieria di fuora e rovinata una parte grande del muro insino