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libro duodecimo - cap. xiv 359

d’artiglierie, era venuto con grandissima celeritá alle mura di Cremona: della quale celeritá, insolita a’ capitani de’ tempi nostri, egli gloriandosi, soleva agguagliarla alla celeritá di Claudio Nerone quando, per opporsi ad Asdrubale, condusse parte dell’esercito espedito in sul fiume del Metauro.

Cosí non solo era vario ma confuso e implicato molto lo stato della guerra. Vicini a Milano, da una parte il re di Francia con esercito instruttissimo di ogni cosa, il quale era venuto a Marignano per dare all’Alviano facilitá di unirsi seco, alle genti ecclesiastiche e spagnuole difficoltá di unirsi con gli inimici: dall’altra trentacinquemila svizzeri, fanteria piena di ferocia e insino a quel dí, in quanto a franzesi, invitta: il viceré in sul Po presso a Piacenza e in sulla strada propria che va a Lodi, e col ponte preparato a passare per andare a unirsi co’ svizzeri; e in Piacenza, per congiugnersi seco al medesimo effetto, Lorenzo de’ Medici con le genti del pontefice e de’ fiorentini: l’Alviano, capitano sollecito e feroce, con l’esercito viniziano, in cremonese, quasi in sulla riva del Po, per aiutare, o con la unione o divertendo gli ecclesiastici e spagnuoli, il re di Francia. Rimaneva in mezzo di Milano e Piacenza con eguale distanza la cittá di Lodi, abbandonata da ciascuno ma saccheggiata prima da Renzo da Ceri, entratovi dentro come soldato de’ viniziani; il quale, per discordie nate tra lui e l’Alviano, avendo prima con protesti e quasi con minaccie ottenuto licenza dal senato, si era condotto con dugento uomini d’arme e con dugento cavalli leggieri agli stipendi del pontefice; ma non potendo cosí presto seguitarlo i soldati suoi, perché i viniziani proibivano a molti il partirsi di Padova dove erano alloggiati, si era partito da Lodi per empiere il numero della compagnia con la quale era stato condotto. Ma il cardinale sedunense, il quale prima spaventato dalle pratiche che tenevano i suoi col re di Francia e dalla vacillazione della cittá di Milano, si era fuggito con mille svizzeri a Piacenza e con parte delle genti del duca di Milano, e dipoi andato a Cremona a sollecitare il viceré a farsi innanzi, indirizzatosi al cammino di Milano innanzi che