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libro duodecimo - cap. v 319

da lui per non dispiacere ad alcuna delle parti. E perché non vi era facoltá di chi ratificasse in nome del re cattolico, se bene l’oratore suo faceva fede del suo consenso, riservò tanto tempo a ratificare a ciascuno che potesse venire la facoltá: ma essendo risoluti a non ratificare i viniziani, perché arebbeno desiderato che in uno tempo medesimo si fussino pronunziate le condizioni della pace, restò vano il giudizio.

Procedevano in questo tempo prosperamente le cose loro nella difesa di Crema, vessata dentro dalla peste e dalla carestia e di fuora dallo assedio degli inimici: perché da una parte era venuto Prospero Colonna a Efenengo con dugento uomini d’arme dugento cavalli leggieri e dumila fanti, e da altra parte, a Umbriano, Silvio Savello con la compagnia sua di cavalli e dumila fanti, distante l’uno luogo e l’altro due miglia da Crema: donde usciva spesso gente a scaramucciare con gli inimici. I quali mentre stanno incauti allo alloggiamento di Umbriano, Renzo da Ceri, uscito una notte con parte delle genti che erano dentro, assaltati gli alloggiamenti, gli messe in fuga, ammazzati di loro molti fanti: per il che Prospero si discostò con la sua gente: e pochi dí poi Renzo, avuta l’occasione di potere per la bassezza delle acque guadare il fiume dell’Adda, passato a Castiglione di Lodigiana, svaligiò cinquanta uomini d’arme che vi erano alloggiati; riportando tanta laude di queste sí prospere e industriose fazioni che per consenso universale fusse giá numerato tra’ principali capitani di tutta Italia.

Deliberorono dipoi i viniziani di recuperare il Friuli: però vi fu mandato l’Alviano, con dugento uomini d’arme quattrocento cavalli leggieri e settecento fanti. Il quale camminando alla volta di Portonon, dove era parte de’ tedeschi, i suoi cavalli leggieri che correvano innanzi, scontrato fuora della terra il capitano Rizzano tedesco con dugento uomini d’arme e trecento cavalli leggieri, venuti insieme alle mani, erano ributtati; ma sopravenendo l’Alviano col resto delle genti, si cominciò una aspra battaglia, l’effetto della quale stette dubbio insino che Rizzano, ferito nella faccia, fu preso da Malatesta