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a grandissima indegnazione e dolore; parendo a ciascuno acerbissimo oltre a misura che tanto fusse mutata la fortuna che, in cambio di tanta gloria e di tante vittorie ottenute per il passato, in Italia e fuori, per terra e per mare, vedessino al presente uno esercito, piccolo a comparazione dell’antiche forze e potenza loro, insultare sí ferocemente e contumeliosamente al nome di cosí gloriosa republica. Dalle quali indegnitá violentata la deliberazione di quel senato, ostinato insino a quel giorno di fuggire, quantunque grandi speranze gli fussino proposte, il fare esperienza della fortuna, acconsentí alle persuasioni efficaci di Bartolomeo d’Alviano che, chiamati tutti i soldati e commossi tutti i villani della pianura e delle montagne, si tentasse di impedire il ritorno agli inimici; la qual cosa l’Alviano dimostrava molto facile, perché essendo temerariamente trascorsi tanto innanzi, e messisi in mezzo tra Vinegia, Trevigi e Padova, non potevano, e massime essendo caricati di tanta preda, ritirarsi senza gravissimo pericolo, per la incomoditá delle vettovaglie e per l’impedimento de’ fiumi e de’ passi difficili. E giá gli spagnuoli, sentito il movimento che si faceva, accelerando il camminare erano pervenuti a Cittadella, la quale non avendo potuto occupare perché vi erano entrati molti soldati, alloggiorno di sotto a Cittadella appresso alla Brenta, per passare alla villa Conticella, nel qual luogo si poteva guadare. Ma gli ritenne da tentare di passare l’opposizione dell’Alviano, il quale si era posto dall’altra parte con le genti ordinate negli squadroni e con l’artiglierie distese in su la riva del fiume, provedendo sollecitamente non solo a quel luogo ma a piú altri, donde, se non avessino avuto resistenza, sarebbe stato facile il passare. Ma il viceré, continuando nelle dimostrazioni di volere passare dalla parte di sotto, alla quale l’Alviano avea voltate tutte le forze sue, passò la notte seguente senza ostacolo al passo detto di Nuovacroce, tre miglia sopra a Cittadella, donde si indirizzorno con celeritá grande verso Vicenza; ma l’Alviano, volendo opporsi al passo del fiume del Bacchiglione gli prevenne. Unironsi seco appresso a Vicenza dugento cinquanta uomini