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libro nono - cap. v 23

tezione del duca, che e’ paresse quasi potesse convenire in questo modo lecitamente. Ma quanto piú il re si accostava alle dimande del pontefice tanto piú egli si discostava: non lo piegando in parte alcuna la morte succeduta del cardinale di Roano, perché a quegli che, arguendo essere finito il sospetto, lo confortavano alla pace rispondeva vivere il medesimo re e però durare il medesimo sospetto; allegando in confermazione di queste parole, sapersi che l’accordo fatto dal cardinale di Pavia era stato violato del re per propria sua deliberazione, contro alla volontá e consiglio del cardinale di Roano: anzi, a chi piú perspicacemente considerò i progressi suoi, parve se ne accrescessino il suo animo e le speranze. Né senza cagione: perché, essendo tali le qualitá del re che aveva piú bisogno di essere retto che e’ fusse atto a reggere, non è dubbio che la morte di Roano indebolí molto le cose sue; conciossiaché in lui oltre alla lunga esperienza fusse nervo grande e valore, e tanta autoritá appresso al re che quasi non mai si discostasse dal consiglio suo, donde egli confidando nella grandezza sua ardiva spesse volte risolvere e dare forma alle cose per se stesso; condizione che non militando in alcuno di quegli che succedettono nel governo, non ardivano non che deliberare ma né pure di parlare al re di cose che gli fussino moleste, né egli prestava la medesima fede a’ consigli loro; ed essendo piú persone e avendo rispetto l’uno a l’altro, né confidandosi all’autoritá ancora nuova, procedevano piú lentamente e piú freddamente che non ricercava la importanza delle cose presenti e che non sarebbe stato necessario contro alla caldezza e impeto del pontefice. Il quale, non accettando niuno dei partiti proposti dal re, lo ricercò alla fine apertamente che rinunziasse, non con condizione o limitazione ma semplicemente e assolutamente, alla protezione presa del duca di Ferrara; e cercando il re di persuadergli essergli di troppa infamia una tale rinunziazione, rispose in ultimo che, poi che il re recusava di renunziare semplicemente, non voleva convenire seco né anche essergli opposito, ma conservandosi libero da ogni obligazione con ciascuno, attenderebbe a guardare