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perché Cesare venuto a Spruch, pieno di difficoltá secondo il solito ma pieno di disegni e di speranze, faceva instanza non si partisse, promettendo di passare d’ora in ora in Italia.

Nel quale tempo, desiderando i tedeschi di recuperare Morostico, Cittadella, Basciano e altre terre circostanti, per fare piú facile a Cesare il venire da quella parte, Ciamonte si fermò coll’esercito a Lungara in sul fiume del Bacchiglione, per impedire alle genti de’ viniziani l’entrare in Vicenza, rimasta senza guardia, e similmente l’opporsi a’ tedeschi; ma inteso quivi le genti viniziane essersi ritirate in Padova, congiunti seco di nuovo i tedeschi, vennono alle Torricelle, in sulla strada maestra che va da Vicenza a Padova: onde lasciata Padova a mano destra, si condussono a Cittadella, con non piccola incomoditá di vettovaglie, impedite da i cavalli leggieri che erano in Padova e molto piú da quegli che erano a Monselice. Arrendessi Cittadella senza contrasto, e il medesimo fece poi Morostico, Bassano e l’altre terre circostanti, abbandonate dalle genti viniziane: però espedite le cose da quella parte, gli eserciti, ritornati alle Torricelle, lasciato Padova in su la destra e girando alla sinistra verso la montagna, si fermorno in su la Brenta accanto alla montagna, a dieci miglia di Vicenza; condottisi in quel luogo perché i tedeschi desideravano di occupare la Scala, passo opportuno per le genti che avevano a venire di Germania, e che solo di tutte le terre da Trevigi insino a Vicenza rimaneva in mano de’ viniziani. Dal quale alloggiamento partito il principe di Analt, co’ tedeschi e con cento lancie franzesi, si dirizzò alla Scala lontana venti miglia; ma non potendo passare innanzi, perché i villani pieni di incredibile affezione verso i viniziani, e in tanto che. fatti prigioni, eleggevano piú tosto di morire che di rinnegare o bestemmiare il nome loro, avevano occupato molti passi nella montagna, ottenuto per accordo Castelnuovo, passo medesimamente della montagna, se ne ritornò allo alloggiamento della Brenta; avendo mandato molti fanti per altra via verso la Scala: i quali, secondo l’ordine avuto da lui, schifando la via di Bassano