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ed era oltre a questo contento obligarsi, secondo una richiesta fatta dal pontefice, che le genti franzesi non passassino il fiume del Po, se non in quanto fusse tenuto per la protezione de’ fiorentini o per dare molestia a Pandolfo Petrucci e a Giampaolo Baglione, sotto pretesto de’ danari promessigli dall’uno e intercettigli dall’altro.


III

Resa di Vicenza e di altre terre alle milizie francesi e tedesche. Discorso del capo della legazione de’ vicentini. Inumana risposta del principe di Analt. Intercessione benevola di Ciamonte; crudeltá dei tedeschi.

Le quali cose mentre che si agitavano, Ciamonte con mille cinquecento lancie e con diecimila fanti di varie nazioni, tra’ quali erano alcuni svizzeri, condotti privatamente non per concessione de’ cantoni, seguitandolo copia grande d’artiglierie e tremila guastatori e co’ ponti preparati per passare i fiumi, ed essendogli congiunto il duca di Ferrara con dugento uomini d’arme cinquecento cavalli leggieri e duemila fanti, e avendo senza ostacolo occupato (perché i viniziani l’abbandonorno) il Pulesine di Rovigo, e presa la torre Marchesana posta in su la ripa dell’Adice di verso Padova, venuto a Castel Baldo, ebbe con semplici messi le terre di Montagnana ed Esti, appartenenti l’una ad Alfonso da Esti per donazione di Massimiliano, l’altra impegnatagli da lui per sicurtá di danari prestati; i quali luoghi recuperato che ebbe Alfonso, sotto pretesto di certe galee de’ viniziani che venivano su per il Po, ne rimandò la piú parte delle sue genti. Unissi con Ciamonte il principe di Anault luogotenente di Cesare, uscito di Verona con trecento lancie franzesi dugento uomini d’arme e tremila fanti tedeschi, seguitandolo sempre dietro uno alloggiamento; e lasciatosi addietro Monselice tenuto da’ viniziani, vennono in quel di Vicenza, dove Lunigo e tutto il paese senza contradizione se gli arrendé: perché l’esercito viniziano, che si