Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/138

132 storia d'italia

chi è che non sappia che nella guerra contro a’ pisani non si potette ottenere da lui, benché molte volte ne lo supplicassimo, favore alcuno né palese né occulto? con tutto che e la giustizia della causa lo meritasse, e che lo spegnere quel fuoco, che non molti anni prima era stato materia di gravissime perturbazioni, appartenesse e alla sicurtá dello stato della Chiesa e alla quiete di tutta Italia; anzi, come insino allora si sospettò, e fu dopo la vittoria nostra piú certo sempre, quante volte ricorrevano a lui uomini de’ pisani gli udiva benignamente e gli nutriva nella pertinacia loro con varie speranze: inclinazione in lui non nuova ma cominciata insino nel cardinalato; perché, come è noto a ciascuno di voi, levato che fu da Pisa il campo de’ franzesi, procurò quanto potette appresso al re di Francia e il cardinale di Roano perché, esclusi noi, ricevessino in protezione i pisani. Pontefice, non concedette mai alla republica nostra alcuna di quelle grazie delle quali è solita a essere spesso liberale la sedia apostolica; perché in tante difficoltá e bisogni nostri non consentí mai che una volta sola ci aiutassimo delle entrate degli ecclesiastici (come piú volte aveva consentito Alessandro sesto, benché inimico tanto grande di questa republica) ma, dimostrando nelle cose minori l’animo medesimo che aveva nelle maggiori, ci negò ancora il trarre dal clero i danari per sostentare lo studio publico, benché fusse piccola quantitá e continuata con la licenza di tanti pontefici, e che si convertiva in causa pietosa della dottrina e delle lettere. Quel che per Bartolomeo d’Alviano fu trattato col cardinale Ascanio in Roma non fu trattato senza consentimento del pontefice, come allora ne apparirono molti indizi, e tosto ne sarebbono appariti effetti manifesti se gli altri di maggiore potenza che vi intervenivano non si fussino ritirati per la morte improvisa del cardinale: ma benché, cessati i fondamenti primi non volle mai consentire a’ giusti prieghi nostri di proibire all’Alviano che non adunasse o intrattenesse soldati nel territorio di Roma, ma proibí bene a’ Colonnesi e a’ Savelli, per mezzo de’ quali aremmo con piccola spesa divertiti i nostri pericoli, che non