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libro nono - cap. xvii 95

animi degli uomini di molti e diversi pensieri. Perché molti, assuefatti al vivere licenzioso della tirannide e a essere sostentati con la roba e co’ danari d’altri, avendo in odio lo stato ecclesiastico, desideravano ardentemente il ritorno de’ Bentivogli; altri, per i danni ricevuti e che temevano di ricevere vedendo condotti in su le loro possessioni e nel tempo propinquo alle ricolte due tali eserciti, ridotti in grave disperazione, desideravano ogni cosa che fusse per liberargli da questi mali; altri, sospettando che per qualche tumulto che nascesse nella cittá o per i prosperi successi de’ franzesi (la memoria dello impeto de’ quali, quando vennono sotto Ciamonte la prima volta a Bologna, era ancor loro innanzi agli occhi) non andasse la cittá a sacco, proponevano la liberazione da questo pericolo a qualunque governo o dominio potessino avere; pochi, dimostratisi prima inimici de’ Bentivogli, favorivano ma quasi piú con la volontá che con le opere il dominio della Chiesa: ed essendo tutto il popolo, chi per desiderio di cose nuove chi per sicurtá e salute sua, messosi in su l’arme ogni cosa era piena di timore e di spavento; né nel cardinale di Pavia legato di Bologna era animo o consiglio bastante a tanto pericolo. Perché non avendo in quella cittá, sí grande e sí popolosa, piú che dugento cavalli leggieri e mille fanti, e perseverando piú che mai nella discordia col duca d’Urbino che era con l’esercito a Casalecchio, aveva, menato o dal caso o dal fato, soldati, del numero de’ cittadini, quindici capitani; a’ quali, insieme con le compagnie loro e col popolo, aveva dato cura della guardia della terra e delle porte: de’ quali, non avendo egli avuto prudenza nello eleggergli, era la maggiore parte di quegli che erano affezionati a’ Bentivogli; e tra questi Lorenzo degli Ariosti, il quale prima incarcerato e tormentato in Roma, per sospetto che avesse congiurato co’ Bentivogli, era poi stato lungamente guardato in Castel Santo Agnolo. I quali come ebbeno l’armi in mano, cominciando a fare occulti ragionamenti e conventicole, e seminando nel popolo scandalose novelle, cominciò il legato ad accorgersi tardi della propria imprudenza; e per fuggire il pericolo nel quale