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libro sesto ‐ cap. i 87

di Napoli si ritirò a Ischia; dove, intesa che ebbe la perdita di Castelnuovo, la seguitò l’armata franzese: ma avendo la spagnuola, per non essere sforzata a combattere, affondato innanzi a sé certe barche, poiché s’ebbono tirato qualche colpo d’artiglieria, l’una andò a Gaeta, l’altra assicuratasi per la partita sua ritornò al molo di Napoli.

Espugnato Castelnuovo, Consalvo intento allo acquisto di tutto il reame, non aspettato l’esercito di Calavria, il quale per levarsi tutti gli impedimenti del venire innanzi s’era fermato a conquistare la valle d’Ariano, mandò Prospero Colonna nello Abruzzi; ed egli, lasciato Pietro Navarra alla espugnazione di Castel dell’Uovo, si dirizzò col resto dello esercito a Gaeta: nella espugnazione della quale consisteva la perfezione della vittoria, perché la speranza e la disperazione de’ franzesi dependeva totalmente dalla salvazione o dalla perdita di quella cittá, forte, marittima, e che ha porto tanto capace e sí opportuno alle armate mandate da Genova e di Provenza. Né erano perciò i franzesi ristretti in Gaeta sola, ma oltre a’ luoghi circostanti che si tenevano per loro tenevano nello Abruzzi l’Aquila la Rocca d’Evandro e molte altre terre: e Luigi d’Ars, raccolti molti cavalli e fanti e fattosi forte col principe di Melfi in Venosa, molestava tutto il paese vicino; e Rossano, Matalona e molte altre terre forti, che erano di baroni della parte angioina, si conservavano costantemente alla divozione del re di Francia.

Faceva in questo tempo Pietro Navarra certe barche coperte, con le quali, accostatosi al muro di Castel dell’Uovo piú sicuramente, fece la mina dalla parte che guarda Pizzifalcone, non s’accorgendo quegli che erano dentro dell’opera sua; per la quale, dato il fuoco, balzò con grande impeto in aria una parte del masso insieme con gli uomini che vi erano sopra; per il qual caso spaventati gli altri fu subito presa la fortezza, con tanta riputazione di Pietro Navarra e con tanto terrore degli uomini che (come sono piú spaventevoli i modi nuovi dell’offese perché non sono ancora escogitati i modi delle difese) si credeva che alle sue mine muraglia o fortezza