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il titolo di re di Jerusalem e delle due Sicilie (era questo allora il titolo de’ re napoletani), si attendeva ferventemente alle provisioni della guerra, raccogliendo danari, riordinando le genti d’arme e ristrignendo i consigli con Galeazzo da San Severino, nel petto del quale tutti i segreti e tutte le deliberazioni di Lodovico Sforza si rinchiudevano. E da altra parte Alfonso, il quale non aveva mai pretermesso di prepararsi per terra e per mare, giudicando non essere piú tempo a lasciarsi ingannare dalle speranze date da Lodovico e dovere piú giovare lo spaventarlo e il molestarlo che l’affaticarsi per assicurarlo e mitigarlo, comandò all’oratore milanese che si partisse da Napoli, richiamò quello che per lui risedeva a Milano, e fece prendere la possessione e sequestrare l’entrate del ducato di Bari, stato posseduto da Lodovico molti anni per donazione fattagli da Ferdinando. Né contento a queste piú presto dimostrazioni di aperta inimicizia che offese, voltò tutto l’animo ad alienare dal duca di Milano la cittá di Genova; cosa nelle agitazioni presenti di grandissima importanza, perché per la mutazione di quella cittá si acquistava grandissima facilitá di perturbare contro a Lodovico il governo di Milano, e il re di Francia si privava della opportunitá di molestare per mare il regno di Napoli. Però, convenutosi secretamente con Pagolo Fregoso cardinale, che era giá stato doge di Genova, e il quale era seguitato da molti della medesima famiglia, e con Obietto dal Fiesco, capi tutt’a due di seguito grande in quella cittá e nelle sue riviere, e con alcuni degli Adorni, tutti per diverse cagioni fuorusciti di Genova, deliberò di tentare con armata potente di rimettergli dentro, solito a dire che con le prevenzioni e con le diversioni si vincevano le guerre. Deliberò medesimamente di andare con valido esercito personalmente in Romagna, per passare subito nel territorio di Parma; dove, chiamando il nome di Giovan Galeazzo e alzando le sue bandiere, sperava che i popoli del ducato di Milano contro a Lodovico tumultuassino. E quando bene in queste cose trovasse difficoltá, giudicava essere utilissimo che la guerra si incominciasse in luogo lontano dal suo reame; stimando alla somma