Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/382

376 storia d'italia

i pontefici e il popolo romano, da’ magistrati del quale cominciò Roma, benché tumultuosamente, a governarsi, derogando in tutte le cose quanto potevano alla giurisdizione degli imperadori, statuirono per legge che non piú la elezione de’ pontefici avesse a essere confermata da loro; il che per molti anni si osservò diversamente, secondo che per la variazione delle cose sorgeva o declinava piú la potenza imperiale. La quale essendo accresciuta poiché lo imperio pervenne negli Ottoni di Sassonia, Gregorio, medesimamente di Sassonia, eletto pontefice per favore di Ottone terzo, che era presente, mosso dall’amore della propria nazione e sdegnato per le persecuzioni ricevute da’ romani, trasferí per suo decreto nella nazione germanica la facoltá di eleggere gli imperadori romani, in quella forma che insino alla etá nostra si osserva; vietando agli eletti, per riservare a’ pontefici qualche preeminenza, di non usare il titolo di imperadori o di Augusti se prima non ricevevano da’ pontefici la corona dello imperio (donde è introdotto il venire a Roma a incoronarsi), e di non usare prima altro titolo che di re de’ romani e di Cesari. Ma mancati poi gli Ottoni, e diminuita la potenza degli imperadori perché lo imperio non si continuava ereditario in re grandi, Roma apertamente si sottrasse dalla obedienza loro, e molte cittá, quando imperava Corrado svevo, si ribellorono; e i pontefici, attendendo ad ampliare la propria autoritá, dominavano quasi Roma, benché spesso per la insolenza e per le discordie del popolo vi avessino molte difficoltá: il quale per reprimere avevano giá, per favore di Enrico secondo imperadore che era a Roma, trasferito per legge ne’ cardinali soli l’autoritá di creare il pontefice. Alla grandezza de’ quali succedette nuovo augumento, perché avendo i normanni, de’ quali il primo fu Guglielmo cognominato Ferrabracchio, usurpata allo imperio costantinopolitano la Puglia e la Calavria, Ruberto Guiscardo, uno di essi, o per fortificarsi con questo colore di ragione o per essere piú potente a difendersi contro a quegli imperadori o per altra cagione, restituito Benevento come di ragione ecclesiastica, riconobbe il ducato di Puglia e di Calavria