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danari, apertamente si preparava; porgendo secretamente, per tenere occupato Massimiliano, qualche somma di danari a’ svizzeri. E perciò il duca di Milano, vedendo manifestamente approssimarsi la guerra, si sforzava con grandissima diligenza e sollecitudine di non rimanere solo in tanti pericoli; perché e di trovare mezzo di concordia col re e di convenire piú co’ viniziani totalmente si diffidava, né trovava ne’ re di Spagna, ricercati instantemente da lui, pensiero alcuno della sua salute. Però, tentando in un tempo medesimo gli animi di tutti gli altri, mandò Galeazzo Visconte a Massimiliano e a’ svizzeri per interporsi a ridurgli a concordia; e sapendo che al pontefice non riusciva il pensiero del matrimonio di Ciarlotta per Cesare Borgia suo figliuolo, perché la fanciulla, o mossa dall’amore e dalla autoritá paterna o vero confortatane occultamente dal re di Francia, benché esso dimostrasse di affaticarsi in contrario, ricusava ostinatamente di volerlo per marito se insieme non si componevano le cose di Federigo suo padre, il quale offeriva al re di Francia tributo annuo e ampie condizioni, ebbe speranza Lodovico di alienarlo dalle cose oltramontane, e gli fece grandissima instanza di tirarlo in confederazione seco, nella quale prometteva che oltre al re Federico entrerebbono i fiorentini: offerendo che da lui e dagli altri confederati gli sarebbe dato aiuto contro a’ vicari della Chiesa, e donata quantitá grande di danari per comprare qualche stato onorato per il figliuolo. Le quali offerte, benché da principio fussino udite simulatamente da Alessandro, si scoperseno presto vane; perché egli, sperando dalla compagnia del re di Francia premi molto maggiori che quegli era per conseguire se Italia di nuovo non si empieva di eserciti oltramontani, consentí che il figliuolo, escluso giá del matrimonio di Ciarlotta, si congiugnesse con una figliuola di monsignore di Alibret, il quale per essere del sangue reale e per la grandezza de’ suoi stati non era inferiore ad alcuno de’ signori di tutto il reame di Francia. Né cessò Lodovico, certificato ogni dí piú della mala disposizione de’ viniziani, di stimolare secretamente contro a loro con uomini propri, concorrendo al medesimo il re