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per la lega fatta tra il re di Francia e i viniziani, sperava che, succedendo questa concordia, i viniziani desidererebbono manco la passata de’ franzesi, e persuadendosi di piú che, sodisfatti in questo caso della volontá e opere sue, avessino, almeno in qualche parte, a mitigare l’indegnazione conceputa contro a sé. Però, interponendosi tra loro appresso a Ercole da Esti suo suocero, costrigneva i fiorentini a cedere a qualche desiderio de’ viniziani, non tanto con l’autoritá, perché appresso a loro, accortisi del suo disegno, cominciava giá a essere sospetta la sua interposizione, quanto con lo accennare che, non si facendo la concordia, sarebbe necessitato, per il timore che aveva del re di Francia, rimuovere se non tutte almeno parte delle sue genti da’ loro favori. Trattossi molti mesi questa cosa a Ferrara, e interponendosi varie difficoltá, fu ricercato Ercole da’ viniziani che per facilitare l’espedizione andasse personalmente a Vinegia: di che egli faceva qualche difficoltá, ma molto maggiore i fiorentini perché sapevano i viniziani desiderare che in Ercole si facesse compromesso, dalla qual cosa essi erano molto alieni; ma fu tanta la instanza di Lodovico Sforza che finalmente Ercole si dispose ad andarvi, e i fiorentini a mandare insieme con lui Giovambatista Ridolfi e Pagol’Antonio Soderini, due de’ principali e de’ piú prudenti cittadini della loro republica. A Vinegia fu la prima disputazione se Ercole avesse, con autoritá d’arbitro, a finire la controversia o, come amico comune interponendosi tra le parti, a cercare di comporle, come insino allora si era proceduto a Ferrara e ridotti a non molta difficoltá gli articoli principali e piú importanti. Questo desideravano i fiorentini, conoscendo che Ercole, in quello che avesse a dipendere dall’arbitrio suo, terrebbe piú conto della grandezza de’ viniziani che di loro, e che riducendosi a pronunziare il lodo in Vinegia sarebbe necessitato tanto piú ad avere loro maggiore rispetto, e quel che non facesse per se medesimo lo indurrebbe a fare il duca di Milano, poiché tanto desiderava che i viniziani conoscessino essere in questo negozio utili loro le sue operazioni; e se bene molte difficoltá fussino quasi risolute a Ferrara,