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libro quarto — cap. iv 321

sentino i capitani viniziani, che si erano mossi per accamparsi il dí medesimo intorno a Pratovecchio, si ritirorono.

Venuto Pagolo Vitelli nel Casentino e unitosi seco il Fracassa, mandato dal duca di Milano con cinquecento uomini d’arme e cinquecento fanti in favore de’ fiorentini, ridusse presto in molte difficoltá gli inimici, sparsi in molti luoghi per la strettezza degli alloggiamenti e perché, per lasciarsi aperta la strada dell’entrare e dell’uscire del Casentino, erano necessitati guardare i passi della Vernia di Chiusi, e di Montalone, luoghi alti in su l’alpi; e rinchiusi, in tempo asprissimo, in quella valle, non aveano speranza di fare piú, né quivi né in altra parte, progresso alcuno: perché in Arezzo si era fermato con dugento uomini d’arme il conte Renuccio; e nel Casentino, poiché non era riuscito da principio l’occupare Poppi, né faceva momento alcuno il nome de’ Medici avendo inimici gli uomini del paese, nel quale si possono difficilmente adoperare i cavalli, avevano innanzi alla venuta de’ Vitelli ricevuto giá molti danni da’ paesani. E però, intesa la venuta loro e del Fracassa, rimandata di lá dall’alpi una parte de’ carriaggi e dell’artiglierie, ristrinsono insieme, quanto comportava la natura de’ luoghi, le genti loro. Contro a’ quali il Vitello deliberò servare la sua consuetudine, che era piú tosto, per ottenere piú sicuramente la vittoria, non avere rispetto né a lunghezza di tempo né al pigliare molte fatiche, né volere, per risparmiare la spesa, procedere senza molte provisioni, che, per acquistare la gloria di vincere con facilitá e acceleratamente, mettere in pericolo insieme col suo esercito l’evento della cosa. Perciò fu nel Casentino il consiglio suo non andare subito a ferire i luoghi piú forti ma sforzarsi di fare da principio abbandonare agli inimici i piú deboli, e chiudere i passi dell’alpi e gli altri passi del paese con guardie con bastioni con tagliate di strade e altre fortificazioni, acciocché non potessino essere soccorsi da nuove forze né avessino facoltá di aiutare da un luogo quegli che erano nell’altro; sperando, con questo procedere, avere occasione di opprimerne molti, e che ’l numero maggiore che era in Bibbiena, se non per altro, per