Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/309


libro quarto — cap. ii 303

pigliare per moglie Anna restata vedova per la morte del re passato, non tanto per le reliquie dell’antica inclinazione che insino innanzi alla giornata di Santo Albino era stata tra loro, quanto per conseguire con questo matrimonio il ducato di Brettagna, ducato grande e molto opportuno al reame di Francia; le quali cose ottenere senza l’autoritá pontificale non si potevano: né i fiorentini mancorono di mandargli imbasciadori, per l’antico instituto di quella cittá con la corona di Francia, e per riconfermare seco i meriti loro e le obligazioni del re passato; sollecitati molto a questo medesimo dal duca di Milano, acciocché per mezzo loro si difficultassino le pratiche de’ viniziani, avendosi dall’una e dall’altra republica a trattare delle cose di Pisa, e perché acquistando fede o autoritá alcuna potessino usarla, con qualche occasione, a trattare concordia tra lui e il re di Francia, il che egli sommamente desiderava. I quali tutti furono lietamente raccolti dal re, e dato subitamente principio a trattare con ciascuno: benché gli fusse fisso nell’animo di non muovere cosa alcuna in Italia se prima non avesse assicurato il regno di Francia, per mezzo di nuove congiunzioni co’ príncipi vicini.


II

Lodovico Sforza delibera d’aiutare con l’armi i fiorentini a ricuperare Pisa. Rotta de’ fiorentini nella valle di S. Regolo. Richieste d’aiuto a Lodovico Sforza. Lotta in terra di Roma tra Colonnesi ed Orsini e sua composizione. Lodovico Sforza aiuta scopertamente i fiorentini ed invano incita ad agire similmente il pontefice. Il duca di Milano s’adopera ad allontanare da’ pisani quanti li sostengono.

Ma era fatale che lo incendio di Pisa, stato suscitato e nutrito dal duca di Milano per appetito immoderato di dominare, avesse finalmente ad abbruciare l’autore. Perché egli, e per l’emulazione e per il pericolo che dalla troppa grandezza de’ viniziani vedeva soprastare a sé e agli altri d’Italia, non poteva pazientemente comportare che ’l frutto delle sue arti e fatiche fusse ricolto da loro; e avendo l’occasione della