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traeva da’ guelfi danari e aiuto di genti, si pose a campo in favore de’ perugini a Gualdo, terra posseduta dalla comunitá di Fuligno ma venduta prima per seimila ducati dal pontefice a’ perugini, accesi non tanto dal desiderio di possederla quanto dalla contenzione delle parti, per le quali tutte le terre circostanti si trovavano allora in grandissimi movimenti. Perché pochi dí innanzi gli Oddi, fuorusciti di Perugia e capi della parte avversa a’ Baglioni, aiutati da quegli di Fuligno di Ascesi e d’altri luoghi vicini che seguitavano la parte ghibellina, erano entrati in Corciano, luogo forte vicino a Perugia a cinque miglia, con trecento cavalli e cinquecento fanti; per il quale accidente essendo sollevato tutto il paese, perché Spoleto Camerino e gli altri luoghi guelfi erano favorevoli a’ Baglioni, gli Oddi pochi dí dopo entrorono una notte furtivamente in Perugia, e con tanto spavento de’ Baglioni che giá perduta la speranza del difendersi cominciavano a mettersi in fuga: e nondimeno perderono, per uno inopinato e minimo caso, quella vittoria che non poteva torre piú loro la possanza degl’inimici. Perché essendo giá pervenuti senza ostacolo a una delle bocche della piazza principale, e volendo uno di loro, che a questo effetto aveva portato una scure, spezzare una catena, la quale secondo l’uso delle cittá faziose attraversava la strada, impedito a distendere le braccia da’ suoi medesimi che calcati gli erano intorno, gridò con alta voce: — addietro, addietro — acciocché allargandosi gli dessino facoltá di adoperarsi; la quale voce, replicata di mano in mano da chi lo seguitava e intesa dagli altri come incitamento a fuggire, mésse senza altro scontro o impedimento in fuga tutta la gente, non sapendo alcuno da chi cacciati o per quale cagione si fuggissino: dal quale disordine preso animo e rimessisi insieme gli avversari, ammazzatine nella fuga molti di loro, e preso Troilo Savello, il quale per la medesima affezione della parte era stato mandato in aiuto degli Oddi dal cardinale Savello, seguitorno gli altri insino a Corciano, e lo recuperorno con l’impeto medesimo; né saziati per la morte di quegli che erano stati uccisi nel fuggire ne impiccorono in Perugia molti degli altri,