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continuare la guerra sarebbe molto onorevole e molto a proposito delle cose nostre di Napoli. Ma i termini ne’ quali è ridotta Novara e la rocca, dove non è da vivere pure per un giorno, ci costringono, se la vogliamo soccorrere, ad assaltare gl’inimici subitamente; e quando pure, lasciandola perdere, pensiamo a trasferire in altra parte dello stato di Milano la guerra, la stagione del verno che si appropinqua, molto incomoda a guerreggiare in questi luoghi bassi e pieni di acqua, la qualitá del nostro esercito il quale, per la natura e moltitudine sí grande de’ svizzeri, se non sará adoperato presto potrebbe essere piú pernicioso a noi che agl’inimici, la carestia grandissima de’ danari per la quale è impossibile il mantenerci qui lungamente, ci necessitano, non accettando l’accordo, a cercare di terminare presto la guerra: il che non si può fare altrimenti che andando a dirittura a combattere con gl’inimici. La qual cosa, per le condizioni loro e del paese, è tanto pericolosa che e’ non si potrá dire che il procedere in questo modo non sia somma temeritá e imprudenza: perché l’alloggiamento loro è tanto forte per natura e per arte, avendo avuto tempo sí lungo a ripararlo e a fortificarlo, i luoghi circostanti, che gli hanno messo in guardia sono sí opportuni alla difesa loro e sí bene muniti, il paese per la fortezza de’ fossi e per l’impedimento dell’acque è sí difficile a cavalcare, che chi disegna d’andare distesamente a trovargli, e non d’accostarsi loro di passo in passo con le comoditá e co’ vantaggi e (come si dice) guadagnando il paese e gli alloggiamenti opportuni a palmo a palmo, non cerca altro che avventurarsi con grandissimo e quasi certissimo pericolo. Perché con quale discorso, con quale ragione di guerra, con quale esempio di eccellenti capitani, si debbe egli impetuosamente assaltare un esercito sí grosso che sia in uno alloggiamento sí forte, e sí copioso d’artiglierie? Bisogna, chi vuole procedere altrimenti che a caso, cercare di diloggiargli del forte loro, col prendere qualche alloggiamento che gli soprafaccia o con l’impedire loro le vettovaglie; delle quali cose non veggo se ne possa sperare alcuna se non procedendo maturamente e con lunghezza di