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arebbono saputa desiderare si levorono subito in arme, fatto il principio di sonare a martello dalla chiesa del Carmino vicina alle mura della cittá, e successivamente seguitando tutte l’altre, e occupate le porte, cominciorono scopertamente a chiamare il nome di Ferdinando. Spaventò questo subito tumulto i franzesi in modo che, non parendo loro sicuro lo stare in mezzo tra la cittá giá ribellata e le genti inimiche, e manco sperando di potere per quella via donde erano usciti ritornarvi, deliberorno, attorniando le mura della cittá (cammino lungo montuoso e molto difficile), entrare in Napoli per la porta contigua a Castelnuovo. Ma Ferdinando, in questo mezzo entrato in Napoli, e messo con alcuni de’ suoi a cavallo da’ napoletani, cavalcò per tutta la terra con incredibile allegrezza di ciascuno; ricevendolo la moltitudine con grandissime grida, né si saziando le donne di coprirlo dalle finestre di fiori e d’acque odorifere, anzi molte delle piú nobili correvano nella strada ad abbracciarlo e ad asciugargli dal volto il sudore.

E nondimeno non si intermettevano per questo le cose necessarie alla difesa, perché ’l marchese di Pescara, insieme co’ soldati che erano entrati con Ferdinando e con la gioventú napoletana, attendeva a sbarrare e a fortificare le bocche delle vie donde i franzesi potessino assaltare da Castelnuovo la terra. I quali, poiché furono ridotti in sulla piazza del castello, feciono ogni sforzo per rientrare nello abitato della cittá; ma essendo molestati con balestre e artiglierie minute, e trovata a tutti i capi delle strade sufficiente difesa, sopravenendone la notte, si ritirorono nel castello, lasciati i cavalli, che furono tra utili e inutili poco manco di dumila, in sulla piazza, perché nel castello non era né capacitá di ricevergli né facoltá di nutrirgli. Rinchiusonvisi dentro, con Mompensieri, Ivo d’Allegri riputato capitano e Antonello principe di Salerno, e molt’altri franzesi e italiani di non piccola condizione; e benché per qualche dí facessino spesse scaramuccie in sulla piazza e intorno al porto, e traessino alla cittá con l’artiglierie, nondimeno, ributtati sempre dagl’inimici, restorno esclusi di speranza di potere da se stessi recuperare quella cittá. Seguitorono