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di accrescere il suo esercito, e fermarsi tanto in Italia che avesse soccorso Novara; e il campo della lega che l’aveva seguitato insino in tortonese, disperato di potergli piú nuocere, s’andò a unire con la gente sforzesca intorno a quella cittá: la quale pativa giá molto di vettovaglie, perché dal duca di Orliens e da’ suoi non era stata usata diligenza alcuna di provederla, come, per essere il paese molto fertile, arebbono potuto fare abbondantissimamente; anzi, non considerando il pericolo se non quando era passata la facoltá del rimedio, avevano atteso a consumare senza risparmio quelle che vi erano.

Ritornorono, quasi ne’ medesimi dí, a Carlo i cardinali e i capitani i quali, con infelice evento, avevano tentato le cose di Genova. Perché l’armata, presa che ebbe, nella prima giunta, la terra della Spezie, s’indirizzò a Rapalle, il qual luogo facilmente occupò; ma uscita del porto di Genova una armata di otto galee sottili di una caracca e di due barche biscaine, pose di notte in terra settecento fanti, i quali senza difficoltá presono il borgo di Rapalle con la guardia de’ franzesi che v’era dentro; e accostatasi poi all’armata franzese che s’era ritirata nel golfo, dopo lungo combattere presono e abbruciorono tutti i legni, restando prigioni il capitano, e fatti piú famosi con questa vittoria quegli luoghi medesimi ne’ quali l’anno precedente erano stati rotti gli aragonesi. Né fu questa avversitá de’ franzesi ristorata da quegli che erano andati per terra: perché, condotti per la riviera orientale insino in val di Bisagna e a’ borghi di Genova, trovandosi ingannati dalla speranza che avevano conceputa che in Genova si facesse tumulto, e intesa la perdita dell’armata, passorno quasi fuggendo per la via de’ monti, via molto aspra e difficile, in valle di Pozzeveri, che è all’altra parte della cittá; donde, con tutto che di paesani e di genti mandate in loro favore dal duca di Savoia molto ingrossati fussino, s’indirizzorono con la medesima celeritá verso il Piemonte: né è dubbio che se quegli di dentro non si fussino astenuti da uscire fuora, per sospetto che la parte Fregosa non facesse novitá, che gli arebbono interamente rotti e messi in fuga. Per il quale disordine, i cavalli