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libro secondo — cap. v 149

contro agli Orsini, le quali essendo sostentate dalla potenza di Ligní e dall’autoritá de’ Colonnesi, i quali per l’antiche emulazioni e diversitá delle fazioni apertamente gli impugnavano, non era stata mai data sentenza ma deliberato che seguitassino il re: benché data speranza di liberargli, come fusse arrivato in Asti.

Ma il pontefice, benché per l’averlo i collegati confortato a partirsi, non fusse stato senza inclinazione di riconciliarsi con Carlo, col quale continuamente trattava, nondimeno, prevalendo finalmente il sospetto conceputo di lui, con tutto che al re avesse dato qualche speranza di aspettarvelo, due dí innanzi che egli entrasse in Roma, accompagnato dal collegio de’ cardinali e da dugento uomini d’arme mille cavalli leggieri e tremila fanti, e messo sufficiente presidio in Castel Santo Angelo se ne andò a Orvieto; lasciato legato in Roma il cardinale di Santa Anastasia a ricevere e onorare il re; il quale, entrato per Trastevere per sfuggire Castel Santo Angelo, andò ad alloggiare nel borgo, rifiutato l’alloggiamento offertogli per commissione del pontefice nel palagio di Vaticano. Da Orvieto il pontefice, come intese il re approssimarsi a Viterbo, benché gli avesse di nuovo data speranza di convenire seco in qualche luogo comodo tra Viterbo e Orvieto, se ne andò a Perugia, con intenzione, se Carlo si dirizzava a quel cammino, di andare ad Ancona, per potere con la comoditá del mare ridursi in luogo totalmente sicuro. E nondimeno il re, benché sdegnato molto con lui, rilasciò le fortezze di Civitavecchia e di Terracina, riserbandosi Ostia, la quale, alla partita sua d’Italia, lasciò in potestá del cardinale di San Piero a Vincola vescovo ostiense: passò medesimamente per il paese della Chiesa come per paese amico; eccetto che l’antiguardia, ricusando gli uomini di Toscanella di alloggiarla nella terra, entratavi dentro per forza, la messe a sacco con uccisione di molti.

Dimorò poi il re, senza alcuna cagione, sei giorni in Siena, non considerando, né per se stesso né per essergli instantemente ricordato dal cardinale di San Piero in Vincola e dal