Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/151


libro secondo — cap. v 145

con le quali genti pensava che in ogni bisogno si unissino le forze di quegli baroni i quali, per la sicurtá propria, erano necessitati di desiderare la sua grandezza, e sopra tutti del principe di Salerno, restituito da lui all’ufficio dell’ammiraglio, e del principe di Bisignano. Luogotenente generale di tutto il regno diputò Giliberto di Mompensieri, capitano piú stimato per la grandezza sua e per essere del sangue reale che per proprio valore; e diputò oltre a lui vari capitani in molte parti del regno, a’ quali tutti aveva donato stati ed entrate: e di questi furono i principali Obigní al governo della Calavria, fatto da lui gran conestabile; a Gaeta il siniscalco di Belcari, al quale aveva dato l’ufficio del gran camarlingo; nell’Abruzzi Graziano di Guerra, valoroso e riputato capitano. A queste genti promesse di mandare danari e presto soccorso, ma non lasciò altra provisione che l’assegnamento di quegli che giornalmente si riscotessino dell’entrate del regno. Il quale giá vacillava, cominciando a risorgere in molti luoghi il nome aragonese: perché Ferdinando era, ne’ dí medesimi che ’l re voleva partire da Napoli, smontato in Calavria, accompagnato dagli spagnuoli venuti in sull’armata nell’isola di Sicilia; a cui concorseno subito molti degli uomini del paese, e se gli arrendé incontinente la cittá di Reggio, la fortezza della quale si era sempre tenuta in nome suo; e nel tempo medesimo si scoperse ne’ liti di Puglia l’armata viniziana, della quale era capitano Antonio Grimanno, uomo in quella republica di grande autoritá. Ma non per questo, né per molti altri segni dell’alterazione futura, si rimosse o pure si ritardò in parte alcuna la deliberazione del partirsi; perché, oltre a quello a che gli persuadeva forse la necessitá, era incredibile l’ardore che il re e tutta la corte avevano di ritornarsene in Francia: come se il caso che era stato bastante a fare acquistare tanta vittoria fusse bastante a farla conservare. Nel quale tempo si tenevano per Ferdinando l’isola d’Ischia e l’isole di Lipari, membro, benché propinque alla Sicilia, del regno di Napoli, Reggio recuperato nuovamente; e nella medesima Calavria, Terranuova e la fortezza, con alcun’altre fortezze e luoghi