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libro secondo — cap. ii 125

tendono a fare il governo del quale si parla piú perfetto, è piú a proposito differire ad altro tempo, per non confondere tanto in questi princípi le menti degli uomini, sospettosi per la memoria della tirannide passata, e i quali, non assuefatti a trattare governi liberi, non possono conoscere interamente quello che sia necessario ordinare alla conservazione della libertá: e sono cose che, per non essere tanto sostanziali, si differiscono sicuramente a piú comodo tempo e a migliore occasione. Ameranno ogni dí piú i cittadini questa forma di republica, ed essendo per la esperienza ogni dí piú capaci della veritá, desidereranno che il governo continuamente sia limato e condotto alla intera perfezione: e in questo mezzo si sostenterá mediante i due fondamenti sopradetti. I quali quanto sia facile ordinare, e quanto frutto partorischino, non solo si può dimostrare con molte ragioni ma eziandio apparisce chiarissimamente per l’esempio. Perché il reggimento de’ viniziani, se bene è proprio de’ gentil’uomini, non sono però i gentil’uomini altro che cittadini privati, e tanti in numero e di sí diverse condizioni e qualitá che egli non si può negare che e’ non partecipi molto del governo popolare, e che da noi non possa essere imitato in molte parti; e nondimeno è fondato principalmente in su queste due basi, in sulle quali quella republica, conservata per tanti secoli insieme con la libertá l’unione e la concordia civile, è salita in tanta gloria e grandezza. Né è proceduta dal sito, come molti credono, l’unione de’ viniziani, perché e in quel sito potrebbono essere, e sono state qualche volta, discordie e sedizioni, ma dall’essere la forma del governo sí bene ordinata e bene proporzionata a se medesima che per necessitá produce effetti sí preziosi e ammirabili. Né ci debbono manco muovere gli esempli nostri che gli alieni, ma considerandogli per il contrario: perché il non avere mai la cittá nostra avuto forma di governo simile a questo è stato causa che sempre le cose nostre sono state sottoposte a sí spesse mutazioni, ora conculcate dalla violenza delle tirannidi ora lacerate dalla discordia ambiziosa e avara di pochi ora conquassate dalla licenza sfrenata della moltitudine;