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libro primo — cap. xix 107

regno di Napoli: e mandò similmente gente in sulla montagna vicina, alla guardia del passo di Cancelle. Ma giá l’esercito suo, incominciato a impaurire del nome solo de’ franzesi, non dimostrava piú vigore alcuno, e i capitani, parte pensando a salvare se medesimi e gli stati propri, come quegli i quali della difesa del regno si diffidavano, parte desiderosi di cose nuove, cominciavano a vacillare non meno di fede che di animo; né si stava senza timore, essendo il reame tutto in grandissima sollevazione, che alle spalle qualche pericoloso disordine non nascesse. Però soprafatto il consiglio dalla viltá, come espugnato il Monte di San Giovanni intesono avvicinarsi il marisciallo di Gies col quale erano trecento lancie e una parte de’ fanti, si levorno vituperosamente da San Germano, e con tanto timore che lasciorno abbandonati per il cammino otto pezzi di grossa artiglieria, e si ridussono in Capua: la quale cittá il nuovo re, confidandosi nell’amore de’ capuani verso la casa d’Aragona e nella fortezza del sito, per avere a fronte il fiume Volturno che è quivi molto profondo, sperava difendere; e nel tempo medesimo, non distraendo le sue forze in altri luoghi, tenere Napoli e Gaeta. Seguitavano dietro a lui di mano in mano i franzesi ma sparsi e disordinati, facendosi innanzi piú tosto a uso di cammino che di guerra, andando ciascuno dove gli paresse dietro all’occasione di predare, senza ordine senza bandiere senza comandamento de’ capitani, e alloggiando il piú delle volte una parte di loro, alla notte, ne’ luoghi donde la mattina erano diloggiati gli aragonesi.

Ma né a Capua si dimostrò maggiore virtú o fortuna. Perché, poi che Ferdinando v’ebbe alloggiato l’esercito, il quale dopo la ritirata da San Germano era molto diminuito di numero, inteso per lettere della reina essere in Napoli nata, per la perdita di San Germano, sollevazione tale che non vi andando lui si susciterebbe qualche tumulto, vi cavalcò con piccola compagnia, per rimediare con la presenza sua a questo pericolo; avendo promesso di ritornare a Capua il dí seguente. Ma Gianiacopo da Triulzi, al quale commesse la cura di quella