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IV1

[Sulle mutazioni seguite dopo da battaglia di Ravenna.]


Se bene el desiderio di sapere le cose future, massime quando sono di molta importanzia, è tanto naturale a tutti li omini, che continuamente li sprona andarle investigando e cercando di conietturarle, da altro canto le vanno sí variando fuori della opinione di tutti, che li è piú tosto da maravigliarsi di quelli che mossi dallo appetito della natura le vanno curiosamente ricercando, che di coloro che per desperazione di poterle aggiugnere ne levano ogni pensiero. Di questo, se cosa alcuna ne fa fede, mi pare che sopra tutte le altre la faccia el considerare quanto sieno state spesse, grande e mirabile le variazione dallo aprile proxime passato insino al presente mese di gennaio, dove non è, né in Italia né fuori, rimasto piú cosa alcuna che si ricognosca.

Trovavasi in quel tempo el re di Francia vittorioso in Italia collo stato di Milano e di Genova; aderivali Bologna e Ferrara; Romagna sotto nome del concilio pisano era sua, ed avendo vinta la giornata di Ravenna con tanta fuga delli spagnoli, non si vedeva pure dove fussi uno cavallo da poterli resistere, e si giudicava che quello solo non avessi ad essere suo, dove e’ non voltassi le gente. Mutossi in uno subito la fortuna, e si trovò cacciato di Italia tutta, a tempo che

  1. Prima del testo si legge, di mano dell’autore e d’altro inchiostro: In Spagna l’anno 1512.