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l'italia dopo la giornata di ravenna 81


e re Catolico, contro alla opinione di molti, recuperata Brescia con ultimo esterminio della armata viniziana, ed ultimamente rotto in Romagna lo esercito del papa e spagnuolo. Per le quali cose si può conchiudere che el re di Francia sia di tanta potenzia di dominio e di arme, di tanta ricchezza e di tanta riputazione, che chi ha fatto impresa di abassarlo, ha fatto impresa molto difficile.

Da altro canto, se bene ciascuno di questi príncipi che gli sono collegati contro è di meno potenzia da per sé che lui, pure tutti insieme lo eccedono; perché né a Spagna manca gente, né a Inghilterra danari; el papa e viniziani sono di considerazione, ed a quello in che l’uno patisce difetto, supplisce lo altro; in modo che congiunta la potenzia di tutti insieme, debbe ragionevolmente essere a Francia molto formidabile. Hanno oportunitá di offenderlo in molti luoghi: in Italia le gente del papa e Catolico, quando saranno insieme per la via di Romagna e Bologna; e’ viniziani verso lo stato di Milano, e’ quali se bene hanno speso assai e si truovano oggi molto deboli, e piú di gente che di danari, pure aggiunti agli altri danno qualche disturbo; fuori di Italia li spagnuoli ed inghilesi con grande esercito per la via di Baiona o di Navarra; li inghilesi per la via di Calese in Normandia. Doverrá questo re mandare e’ sussidi che trarrá del regno di Aragona a Perpignano, almeno per tenere Francia in qualche sospetto piú; in modo che pare molto difficile che quel re, con tutto sia potentissimo, possi tenersi bene guardato e sicuro da tante bande.

Questa varietá di ragione debbe tenere sospeso ognuno ed in grandissima ambiguitá; nondimeno per cominciare a venire in qualche discorso piú particulare, è cosa certa che se la potenzia che è in tutti questi inimici di Francia fussi in uno solo, verbigrazia nel Catolico, che el Cristianissimo non potria resistere, perché lo avanzerebbe di gran lunga di danari, di gente e di ogni oportunitá della guerra; e potendo maneggiarla uno solo tutta a arbitrio suo, e co’ modi e tempi li paressino, sarebbe cosa inespugnabile. Valsi di questo molto

F. Guicciardini, Opere - viii. 6