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78 discorsi politici


drento molte difficultá. Principalmente questa guerra bisogna che si cominci e si sostenga co’ danari nostri, co’ quali areno a supplire non solo alle necessitá che ricerca questa impresa, ma ancora a tutte le prodigalitá e disordini del re dei romani, al quale non si può dare uno curatore che spenda bene e’ danari che noi gli dareno, e speso che ará quelli a che ci sareno obligati, sareno necessitati a dargliene degli altri, altrimenti si accorderá cogli inimici, o si ritirerá nella Magna, lasciando a noi soli tutti e’ pesi ed e’ pericoli. Di poi la impresa s’ha a pigliare contro a uno re di Francia potentissimo, e che è duca di Milano e di Genova, copioso di danari, abondante di gente d’arme e di artiglierie; ha con seco e’ svizzeri, la virtú e fama de’ quali vi è nota, e che in questa impresa lo serviranno meglio che in nessuna altra, perché hanno per male ogni augumento degli imperadori e della casa di Austria. E’ popoli dello stato di Milano gli sono amici ed inimici a noi, né desiderranno mai che vinca quella parte, per la vittoria della quale dubitino che noi abbiamo a smembrare un altro pezzo di quello ducato; e questo potrá piú che la inclinazione di quelli che amano Massimiano Sforza, tanto piú che ognuno cognoscerá che gli ará a essere una ombra in quello stato.

Però costoro che si propongono tanta facilitá, non so dove se la fondino; massime che tutti quelli di Italia che pretendono che noi gli occupiamo el suo, e tutti quelli che temono la nostra grandezza si uniranno con lui, parte per speranza di recuperare el suo con la vittoria sua, parte per assicurarsi dalla potenzia nostra. Ed el papa sará el primo, perché oltre a’ rispetti sopradetti, non può mai a alcuno papa piacere la venuta dello imperadore in Italia, sendo tra la Chiesa e lo imperio una inimicizia naturale, né avendo uno pontefice da temere di altri príncipi che del turco che gli è inimico nello spirituale, e dello imperadore che sempre fu e sempre gli sará inimico nel temporale. El pelago adunche in che si entrerrebbe è grandissimo, e forse non minore che quello di che si teme, della unione di tutti contro a noi. Perché dove si accompagnano piú príncipi grandi e che pretendono la equalitá, quanti