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62 discorsi del machiavelli


sue ma del Salinatore, el quale doppo el consulato era stato condannato dal popolo, ed avendo ricevuta una tale ignominia, non è maraviglia se ne risentissi piú. El quale se bene parlassi cosí o per sdegno o per certe nature o fantasie che hanno gli uomini, è da credere che in fatto la intendessi altrimenti; e lo mostrano le azione sue, prima, innanzi alla elezione del consulato, che lo recusò ostinatamente insino non fu quasi sforzato da’ principali cittadini, il che arebbe desiderato se avessi avuto cupiditá di vendicarsi; di poi che eletto consule fece el possibile per vincere, ed andò molto renitente a fare la giornata con Asdrubale, ancora che avessi detto prima volerla sollecitare.

CAPITOLO XIX

[Se a reggere una moltitudine è piú necessario l’ossequio che la pena.]

La severitá nuda di ogni umanitá, o vogliamo dire piacevolezza, è inutile in chi regge altri, la umanitá overo piacevolezza non accompagnata da qualche severitá è el medesimo; l’una condita equalmente con l’altra sarebbe preziosissima, e farebbe quella armonia temperata che è suavissima ed ammirabile. Ma perché questo condimento o rare volte o non mai si truova in uomo alcuno, essendo cosí lo ordine della natura, che tutte le cose nostre abbino qualche imperfezione, anzi pare che ciascuno o abbia piú del severo che del piacevole, o piú del piacevole che del severo, non sanza cagione si dubita quale sia piú a proposito, o chi participando dell’uno e dell’altro ha piú del severo, overo chi ha piú dello umano; intendendo però di coloro che hanno tanto dell’uno e dell’altro, che dove abbonda el timore non manchi l’amore, e dove abonda l’amore non manchi el timore. Circa a che, la prima distinzione che mi occorre è considerare la natura di chi tu reggi; perché alcuni sono di ingegno sí nobile e generoso che piú volentieri vanno con la piacevolezza che col timore, altri pel