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libro secondo - capitolo xxiv 57


cagione uno principe che non avessi arme proprie, caverebbe degli acquisti e dell’ampliazione del dominio debolezza e non potenzia, il che essere falsissimo mostrano largamente e le ragione e la esperienzia.

CAPITOLO XXIV

[Le fortezze generalmente sono molto piú dannose che utili.]

Non si debbe laudare tanto la antiquitá, che l’uomo biasimi tutti gli ordini moderni che non erano in uso apresso a’ romani; perché la esperienzia ha scoperte molte cose che non furono considerate dagli antichi, e per essere inoltre e’ fondamenti diversi, convengono o sono necessarie a una, delle cose che non convenivano o non erano necessarie all’altre. Però se e’ romani nelle cittá suddite non usorono di edificare fortezze, non è per questo che erri chi oggidí ve le edifica, perché accaggiono molti casi per e’ quali è molto utile avere le fortezze, ed a uno principe overo tiranno co’ cittadini medesimi, ed a uno signore co’ sudditi suoi, ed a uno potentato co’ forestieri.

Le ragione mi paiano sí manifeste, che io mi maraviglio che questa opinione abbia contradittori, perché principalmente se, quali sono gli imperi, tali fussino sempre e’ sudditi, cioè che quando sono bene trattati amassino el principe suo, io confesso che quanto a loro sarebbono, a ogni principe che governassi bene, inutile le fortezze, perché basterebbe a difenderlo da’ cittadini e sudditi suoi lo amore de’ populi. Ma considerato quanto molte volte e’ popoli eziandio bene trattati, sono spesso poco ragionevoli, quanto desiderosi di cose nuove, quanto possi valere in loro la memoria dello antico principe se ora sono sotto uno imperio nuovo, quanto lo appetito della libertá se sono usati a averla, e quanto spesso per questo e per altri rispetti uno principe o tiranno è sforzato governare e’ cittadini o sudditi suoi con qualche ingiuria, dico che ed a quelli che possono avere e’ popoli amici, ed a quelli che