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46 discorsi del machiavelli


forse piú altri vizi che in uno populo, e piú prontezza a esequirli che non ha uno popolo, e’ quali quando lo autore discorre si parte da’ termini della sua quistione, ma communemente si troverrá piú prudenzia e piú constanzia, che è proprio el titolo dell’autore, che non si troverrá in una moltitudine, nella quale, quando sia sciolta, non si vedrá mai se non imprudenzia ed inconstanzia, appetito di cose nuove, sospetto immoderato, invidia infinita contro a tutti quelli che hanno facultá o qualitá. E se bene de’ príncipi se ne truova imprudentissimi, e la imprudenzia loro quando è in quella ultima spezie, è forse piú perniziosa che quella della moltitudine, dico che pigliando verbigrazia dugento anni di uno regno, si troverrá de’ re prudenti ed imprudenti; ma pigliando dugento anni di una moltitudine si troverrá una continuazione di imprudenzia e di varietá.

Né sono a proposito gli esempli per e’ quali si mostra che in uno principe sono molti piú difetti che in uno populo, perché lo assunto non è disputare degli altri vizi, ma solo se ne’ popoli è piú imprudenzia ed inconstanzia che ne’ príncipi. Cosí è impertinente el dire che piú augumento fa una cittá sotto uno governo populare che sotto uno principe, perché nasce da altre cagione; ma se tu mi dessi cinquanta anni di uno governo populare buono ed altanti di uno principe parimente buono, non dubito che maggiore augumento farebbe sotto uno principe. Ma non essere poi sempre e’ successori simili, fa che lo augumento del governo populare va piú continuando che quello di uno principato; e può molto bene stare insieme, che sia migliore fortuna di una cittá a cadere in governo populare che sotto e’ príncipi, la quale considerazione è fuora della disputa nostra, e nondimeno che ordinariamente sia piú imprudenzia e piú inconstanzia in uno populo che in uno principe.