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serie prima 259

92. Non furono trovati e’ príncipi per fare beneficio a loro, perché nessuno si sarebbe messo in servitú gratis; ma per interesse de’ populi, perché fussino bene governati; però come uno principe ha piú rispetto [a sé che] a’ populi, non è piú principe ma tiranno.

93. È sanza comparazione piú detestabile la avarizia in uno principe che in uno privato, non solo perché avendo piú facultá da distribuire priva gli uomini di tanto piú, ma ancora perché quello che ha uno privato è tutto suo e per uso suo, e ne può disporre sanza querela giusta di alcuno; ma quanto ha el principe gli è dato per uso e beneficio di altri, e però ritenendolo in sé frauda gli uomini di quello che debbe loro.

94. Dico che el duca di Ferrara che fa mercatantia, non solo fa cosa vergognosa, ma è tiranno, faccendo quello che è officio de’ privati e non suo; e pecca tanto verso e’ populi, quanto peccherebbono e’ popoli verso lui, intromettendosi in quello che è officio solum del principe.

95. Tutti gli stati, chi bene considera la loro origine, sono violenti; né ci è potestá che sia legittima, dalle republiche in fuora, nella loro patria e non piú oltre, neanche quella dello imperadore che è fondata in sulla autoritá de’ romani, che fu maggiore usurpazione che nessuna altra; né eccettuo da questa regola e’ preti, la violenzia de’ quali è doppia, perché a tenerci sotto usano le arme temporali e le spirituali.

96. Le cose del mondo sono sí varie e dependono da tanti accidenti, che difficilmente si può fare giudicio del futuro; e si vede per esperienzia che quasi sempre le conietture de’ savi sono fallace; però non laudo el consiglio di coloro che lasciano la commoditá di uno bene presente benché minore, per paura di uno male futuro benché maggiore, se non è molto propinquo e molto certo; perché non succedendo poi spesso quello